Da Genova al Salento. Due libri un’unica passione politica (a destra) - di Mario Bozzi Sentieri

Esistono “a destra” dei veri e propri “tesori della Memoria”, rispetto ai quali va crescendo una nuova sensibilità. Sottovalutati per anni, intorno ad essi si sta infatti  articolando – come ha dimostrato il Convegno online, promosso, lo scorso 17 maggio, dalla Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli, in collaborazione con l’Assessorato Regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana – una vera e propria Rete, fatta di archivi, di emeroteche, di libri, in grado di  raccontare le  idee e le  passioni che hanno animato una lunga stagione politica, dalla nascita del Msi al tramonto di Alleanza nazionale. In prima fila, in  questa importante  opera di conservazione ed inventariazione, oltre alla già ricordata Fondazione Tricoli,  la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, la Fondazione Giuseppe Tatarella, la Fondazione Giorgio Almirante, il Centro Studi Pino Rauti, l’Archivio Pino Romualdi, il Centro studi Dino Grammatico.

A corollario  di  questo lavorio archivistico, che restituisce a studiosi e appassionati il  prezioso tesoro della memoria, viene contemporaneamente emergendo, insieme  ad un’ approfondita  saggistica in materia,  una memorialistica “d’ambiente”, la quale , a partire dai territori, sta riportando  alla luce testimonianze dirette della lunga e complessa Storia della destra italiana. Due libri recenti,  espressione di un’identica sensibilità, vissuta a un migliaio di chilometri di distanza, confermano quest’unione d’intenti.

Si tratta di “Una Storia Tricolore” di  Gianni Plinio e di “Le storie della Destra salentina”, a cura di Roberto Tundo. Plinio, partendo dalla sua esperienza personale, traccia uno spaccato della storia politica della Destra genovese dal 1968 ai giorni nostri. Tundo, coinvolgendo diversi autori/testimoni, realizza un’opera collettiva, che, a dall’immediato dopoguerra al primo decennio del Duemila, ricostruisce le complesse vicende della destra salentina. Si tratta ovviamente di due esperienze diverse e  non solo per la loro lontananza geografica e per i diversi “contesti” socio-politici: uno, quello di Plinio, all’interno di un’area metropolitana fortemente segnata dalla presenza assoluta  del Partito Comunista e da un’extraparlamentarismo di sinistra talmente  violento da sfociare nel terrorismo armato; l’altro, quello di Tundo,  localizzato in una realtà frammentata, la  penisola salentina, con centinaia di comuni, a volte di grandi dimensioni, permeata da una  forte  egemonia democratico cristiana (anche se Melissano, il paese di Tundo, veniva indicato come un “piccolo Cremlino”, tanto che il Msi, fino agli Anni Settanta, non aveva mai avuto la possibilità di partecipare alle elezioni comunali).

A caratterizzare  i due libri/testimonianza sono anche  i rispettivi orientamenti politici e culturali interni al Msi.  Plinio quando parla della “sua”destra fa riferimento al gruppo umano e politico che vedeva in Giorgio Almirante non solo il segretario del Msi, quanto anche l’espressione di una destra fedele alla formula “Non restaurare e non rinnegare”, in continuità storica con l’esperienza del fascismo, ma rispettosa dei nuovi ordinamenti repubblicani e quindi impegnata sul piano dei programmi, dell’azione contingente, della rappresentanza degli interessi nazionali.

Tundo porta invece l’esperienza “movimentista” dell’ala rautiana, che guarda alle “iniziative parallele” (a cominciare dalle organizzazioni ambientaliste), parla di metapolitica, partecipa ai Campi Hobbit, senza per questo disdegnare l’impegno strettamente politico, dalle scuole alle istituzioni elettive.

Ad unire le due esperienze una sostanziale appartenenza generazionale (Plinio è nato nel 1949, Tundo nel 1952) e due lusinghieri percorsi politici che, dall’attivismo giovanile alle prime esperienze come consiglieri comunali, li hanno poi visti arrivare, negli Anni Novanta, ai vertici delle rispettive istituzioni regionali, in Liguria ed in Puglia, a riprova del  valore di una classe dirigente che ha saputo passare dall’opposizione (spesso dalla discriminazione) politica alle prove di governo, con ottimi risultati.

A rimarcare quella memoria la ricca iconografia che accompagna  i rispettivi itinerari politici degli autori di “Una Storia Tricolore” e di “Le storie della Destra salentina”: centinaia di fotografie che riconsegnano l’immaginario di un ambiente, a Nord come a Sud,  tra fiamme e croci celtiche, comizi e  convegni, scontri e manifestazioni. E poi ovviamente le rispettive riviste, strumento essenziale di azione politica: “Destra domani” diretta da Plinio, “La Contea – A sud della Terra di Mezzo” di Tundo. Al fondo il senso di un’identità  ideale, di passioni messe in comune, di speranze e di sacrifici condivisi da diverse generazioni,  che restano come esempi forti di un impegno che va ricordato e studiato, appartenendo alla nostra Storia nazionale.

 

 

 

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