Daniele Fazio, “Le stelle di Dante” (D’Ettoris Editori) - di Antonino Schiera

“Le stelle di Dante” (D’Ettoris Editori, 2025) è un libro che si sviluppa attraverso i commenti di cinquanta terzine presenti nella Divina Commedia a cura dell’autore del libro, il professore Daniele Fazio. Fine oratore, docente di Filosofia e Storia nei Licei, esponente di Alleanza Cattolica, l’autore conferma attraverso questa opera le sue grandi doti comunicative.
Al centro del testo di Fazio troviamo Divina Commedia che possiamo definire, seppur scritta circa sette secoli fa, ancora attuale in quanto supporta l'uomo nel tentativo di rispondere ai grandi interrogativi della vita: ovvero l'esistenza di Dio, la presenza del male nel mondo, l'amore, la morte e l'individuazione di ciò che conferisce significato all'esistenza.
Con riferimento alla sua opera “Le stelle di Dante” mi sento di definire il professore Fazio come un “facilitatore della conoscenza” in quanto la lettura del libro consente un approccio soft, perdonatemi l’inglesismo, alla grande opera di Dante Alighieri. Un libro, come detto dallo stesso autore in occasione della recente presentazione a Villa Butera a Bagheria, che non vuole e naturalmente non può essere esaustivo. Rappresenta piuttosto l’invito a intraprendere nuove esplorazioni nel vasto mondo della conoscenza con particolare riferimento al Medioevo, periodo del quale Dante Alighieri, padre della lingua italiana, fu esponente innovatore.
 
“Le stelle di Dante” il cui sottotitolo è “Orientamenti per i contemporanei” si apre con l’interessante prefazione di Ferdinando Raffaele docente di Filologia e linguistica romanza e, come sottolineato, fa seguire ad ogni terzina incatenata di endecasillabi, chiamate per antonomasia terzine dantesche, il commento dell’autore che, come sottolinea il prefatore “nei suoi cinquanta interventi Fazio procede in maniera sistematica, seguendo un'efficace scansione di tipo didattico: presenta i versi, li contestualizza nel corpo dell'opera, chiarisce il ruolo storico e la funzione poetica dei personaggi rappresentati, e soprattutto problematizza nel tempo presente il messaggio di Dante […]. L’interpretazione risulta sempre stimolante, al di là del fatto che la si condivida, proprio perché nasce da un interesse vivo ed è sollecitata da interrogativi profondi. Il florilegio di riflessioni che così viene a comporsi, per quanto rivolto alla dimensione della contemporaneità, non perde di vista il fondamento metafisico che anima l'opera dantesca. L'autore, infatti, colloca la sua lettura all'interno di una ben definita cornice filosofica, che è resa esplicita nel saggio posto in appendice al volume, dedicato all'interpretazione del poema proposta dal filosofo Étienne Gilson (1884-1978)”.
 
Ritengo si possa sottolineare una similitudine dell’opera di Fazio con “L'antologia di Spoon River” dello statunitense Edgard Lee Masters. Entrambi i libri, con i doverosi e necessari distinguo, cercano di tessere una trama attualizzata, filtrata dal sentire e percepire soggettivo dei due autori, partendo dai noti epitaffi in un caso e dalle terzine del sommo poeta nell’altro.
 
Come Virgilio che accompagna Dante Alighieri nelle fasi iniziali della Divina Commedia, Daniele Fazio ci conduce per mano nelle mangrovie di un lungo e complesso periodo storico attraversato, come per magia, a bordo di un'immaginaria macchina del tempo. Fatti e personaggi eternati dalla concezione che l’uomo ha dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.
Per concludere, utilizzando ancora una metafora, l’autore come un esperto minatore ci conduce nei meandri di una profonda e ampia miniera, facendoci scoprire la vena aurifera in mezzo alla roccia grezza e senza valore.
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