“Filosofia del buon senso. Un corposo testo di Gustave Thibon, maestro di vita e di saggezza” di Alberto Maira

Dalla fine degli anni quaranta del novecento fino ai giorni nostri, Gustave Thibon è stato una guida di umanità e ricchezza spirituale per tantissimi giovani e meno giovani di questo tempo difficile e controverso. Ha svolto una funzione formatrice,  talvolta silenziosa quanto profonda, ferma quanto sicura, dolce quanto sapienziale. E’ stato maestro di vita anche di chi adesso con queste poche righe è entusiasta del libro uscito ed intende consigliarne ad altri la lettura ed augurarne una lettura meditata.
In questo denso, ricco e mai noioso  testo sono stati raccolti gli aforismi che compongono tre delle opere più significative del filosofo cattolico francese Gustave Thibon: L’échelle de Jacob(1942), L’ignorance étoilée (1974) e Le voile et le masque (1985). Mediante l’aforisma – che è senza dubbio la forma letteraria che egli predilige – Thibon conquista il lettore con le sue folgoranti, profonde, straordinarie intuizioni e con le sue infiammate provocazioni;  sollecita in questo modo  l’intelligenza a elaborare una risposta personale.
La brevità e la pregnanza di significato tipiche degli aforismi del grande filofofo-contadino Gustave Thibon non impediscono, certo, di individuare un filo conduttore nel suo pensiero che, seppur procedendo a tratti per sorprendenti paradossi, risulta semplice, chiaro, logico e fortemente ancorato alla realtà e alla verità delle cose. Con Thibon la filosofia ritrova finalmente il contatto con la concretezza della terra e la bellezza della natura, che risplendono vive nel commosso lirismo di tante immagini e similitudini poetiche. Con Thibon l’esperienza del reale diviene “filosofia del buon senso”. Egli parte dall’osservazione disincantata dello smarrimento e dello sradicamento spirituale dell’uomo contemporaneo, dalla constatazione dell’infelicità di un’umanità che con aria di sufficienza e arroganza insieme che si è allontanata da Dio, sorgente e senso ultimo della vita. Thibon smaschera e sgretola così l’umana ipocrisia, il raffinato inganno degli idoli del nostro tempo e tutti quei falsi miti del progresso che portano alla divisione di colui che è chiamato ad essere sin dal principio l’in-dividuo, colui che è indivisibile.
 
Ma la riflessione di Thibon non mira solo alla denudazione dell’uomo. Essa si fa, in ultima analisi, autentico messaggio di speranza: «L’unica nobiltà dell’uomo, la sola via di salvezza consiste nel riscatto del tempo per mezzo della bellezza, della preghiera e dell’amore. Al di fuori di questo, i nostri desideri, le nostre passioni, i nostri atti non sono che “vanità e soffiar di vento”, risacca del tempo che il tempo divora. Tutto ciò che non appartiene all’eternità ritrovata appartiene al tempo perduto».
 
In questo volume sono stati raccolti gli aforismi che compongono tre delle opere più significative del filosofo cattolico francese Gustave Thibon: L’échelle de Jacob(1942), L’ignorance étoilée (1974) e Le voile et le masque (1985). Mediante l’aforisma – che è senza dubbio la forma letteraria che predilige – Thibon cattura il lettore con le sue folgoranti intuizioni e con le sue infiammate provocazioni; ne sprona così l’intelligenza a elaborare una risposta personale. La brevità e la pregnanza di significato tipiche degli aforismi di Thibon non impediscono, certo, di individuare un filo conduttore nel suo pensiero che, seppur procedendo a tratti per sorprendenti paradossi, risulta semplice, chiaro, logico e fortemente ancorato alla realtà. Con Thibon la filosofia ritrova il contatto con la concretezza della terra e la bellezza della natura, che risplendono vive nel commosso lirismo di tante immagini e similitudini poetiche. Con Thibon l’esperienza del reale diviene “filosofia del buon senso”. Egli parte dall’osservazione disincantata dello smarrimento e dello sradicamento spirituale dell’uomo contemporaneo, dalla constatazione dell’infelicità di un’umanità tracotante che si è allontanata da Dio, sorgente e senso ultimo della vita. Thibon smaschera e frantuma così l’umana ipocrisia, il raffinato inganno degli idoli del nostro tempo e tutti quei falsi miti del progresso che portano alla divisione di colui che è chiamato ad essere sin dal principio l’in-dividuo, colui che è indivisibile.
 
Ma la riflessione di Thibon non mira solo alla denudazione dell’uomo. Essa si fa, in ultima analisi, autentico messaggio di speranza: «L’unica nobiltà dell’uomo, la sola via di salvezza consiste nel riscatto del tempo per mezzo della bellezza, della preghiera e dell’amore. Al di fuori di questo, i nostri desideri, le nostre passioni, i nostri atti non sono che “vanità e soffiar di vento”, risacca del tempo che il tempo divora. Tutto ciò che non appartiene all’eternità ritrovata appartiene al tempo perduto».
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