“ In ricordo di Turi Rovella nel ventennale della morte (Siracusa 24/02/2009 - 2019)” di Ester Monachino
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- Category: Scritture
- Creato: 23 Febbraio 2019
- Scritto da Redazione Culturelite
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“Li paroli! Ppi-ssempri su-pprisenza”: con questo verso del “Duemillesimu Sunettu”, Turi Rovella ha inciso e incide non solo nelle nostre menti ma anche nei nostri giorni. In noi che abbiamo fatto della sublime parola della Poesia un modus vivendi; in noi che siamo cercatori dell’Uomo interiore; in noi che, in ciascun sonetto di Turi, ritroviamo quel filo d’Arianna che conduce all’essenzialità del vivere.
Stupisce e incanta il processo creativo nella poesia di Turi Rovella: rivela tutta la religiosa sacralizzazione del nome, la luminosa suggestione del «generare» organismi di parole dalla possente vitalità sia nell'intrinseca sostanza sia nella esteriore messa in forma della creatura poetica.
Lontano dai consueti canoni del cantare popolaresco proprio del vernacolo.
Rovella si fa cantore «aristocratico» del mito divenuto concreta realtà del vissuto, lui che è studioso della omerica Siracusa, lui che inossa su un ordito di classica grecità la trama travagliata, le arroventate consapevolezze. le dolenti solitudini dell'esistenzialità odierna.
Una poesia viva, «esistente», una poesia che respira sia nel versante dello stile, che viene suscitato dall'intimo della cosa detta con immagini e metafore di forte pregnanza, sia per quel «permanere» nell'intimo del lettore a rinsanguare la sua anima di bellezza e di conoscenza.
E’ soprattutto nell' universo-forma del sonetto che la versificazione rovelliana trova compiuta sistemazione. In questa struttura spaziale, il fuoco del discorso poetico si compenetra con il segno stesso, con l'espressione della parola divenendo un tutt'uno inscindibile.