“Julius Evola / Vita Arte Poesia Eros come Pensiero e Virus” (eBook, TED, 2021) – di Vitaldo Conte
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- Category: Scritture
- Creato: 12 Maggio 2021
- Scritto da Redazione Culturelite
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Attraverso il “vivere pericoloso”, l’arte e la poesia, l’eros di Julius Evola (1898-1974) – come pensiero e virus – in pubblicazioni, convegni e manifestazioni dal 2005. Il nome di Evola continua a essere considerato, in alcuni ambiti, un tabù in Italia. Questo occultamento mi ha indotto a curare una mostra sul suo lavoro artistico a Reggio Calabria (2005), che ho visto attraverso l’alchimia dell’astrazione mistica. La sua arte e poesia sconfinante “guardano” le avanguardie storiche più radicali, come il Futurismo e il Dada (di cui in Italia è il principale esponente).
Uno degli aspetti del pensiero di Evola più coinvolgente è la sua dotta “lettura” dell’eros per mezzo del libro Metafisica del sesso (1958), che analizza varie dottrine. La sua importanza consiste anche nel far conoscere testi e saperi antichi, in anticipo sulla cultura del tempo, e, talvolta, ancora oggi oscuri o poco conosciuti.”
Chi possiede un solo mezzo espressivo, non è artista… J. Evola
SULLA METAFISICA DEL SESSO
Denuncia, Arte, Alchimia e Ritualità
«In quest’opera il termine “metafisica” viene usato in un duplice senso. Il primo senso è quello corrente in filosofia, dove per “metafisica” s’intende generalmente la ricerca dei significati ultimi. Il secondo senso è quello quasi letterale, esso può riferirsi a ciò “che va al di là del fisico”, nel presente caso, nel sesso e nelle esperienze del sesso.» J. Evola
L’interesse di Evola verso i territori metafisici del sesso, “la più grande forza magica della natura”, risulta antecedente alla stesura del suo libro Metafisica del sesso, uscito nel 1958. La sua “lettura” dell’eros ha costituito un ulteriore aspetto per liberare questo autore dall’isolamento in un periodo di rivoluzione sessuale. Ci si meravigliava che un “teorico della tradizione”, un filosofo politico, potesse occuparsi in modo così ampio del sesso, anche se denunciava la “pandemia sessuale” del tempo e della conseguente sua banalizzazione. Era un momento in cui si delineava già la crisi di certezze ideologiche, morali e religiose. Un evento sintomatico, al riguardo, è costituito dall’intervista all’autore su ‘Playmen’ nel 1970. Questa Conversazione senza complessi ha costituito un momento di significativo rilievo, reso possibile da Enrico De Boccard, in quanto il suo nome era ancora un tabù negli ambienti intellettuali, determinando reazioni indignate da parte dei conformismi di destra e sinistra.
L’autore “attraversa” l’espressione erotico-sessuale come passaggio: per discese segrete e sacralizzazioni trascendenti, opponendosi nel contempo alla moderna “banalizzazione del sesso”. Quest’opera risulta coinvolgente e dotta. Ha una visione totalizzante del mondo femminile e della sacralizzazione trascendente nell’esperienza sessuale, contemplata dalle varie dottrine. La sua importanza consiste anche nel far conoscere testi e saperi antichi, in anticipo sulla cultura del tempo, e, talvolta, ancora oggi oscuri o poco conosciuti. Evola affronta questi argomenti con una lettura totale e metafisica, oltre ogni conoscenza sensibile e di esperienza diretta, superando letture psicologiche e sessuologiche. Tutto ciò “si scontra” con l’attuale società che potrebbe non comprendere tali “aperture”, avendo elevato il sesso, negli ultimi decenni, a valore di rifugio e di estrema frontiera: per mancanza di punti di riferimento superiori e antidoto verso angosce, traumi, involuzioni pericolose. Queste ultime sono già insite nelle oscurità della “donna afroditica”, nell’involuzione della maternità nella “donna demetrica” e del sesso stesso, nonostante la proclamata rivoluzione sessuale.
TESTIMONIANZE SU IL QUADRO SEGRETO (1970)
Racconto di Vitaldo Conte
In AA.VV., Il ritorno del Barone immaginario, antologia sulla vita romanzata di Julius Evola
a cura di Gianfranco de Turris, Idrovolante Edizioni, 2021
«Tema analogo, quello della magia erotica, trattato da Vitaldo Conte – del resto l’argomento dell’Eros e della Magia Rossa sono da decenni la cifra della sua produzione – nel suo racconto che tratta di un Evola anziano, immerso nei propri ricordi ma non per questo meno attivo nell’arte della conoscenza d’amore.
Conte sa bene quindi quale sia la via rossa, il fil rouge, che collega le anse carnali dell’amore e del desiderio, in un lucore di candele e sui petali delle rose. Un erotismo raffinato e mai volgare anche quando esplicito nel sussulto dei corpi, nella loro petit mort, nel reciproco suggersi in una elevazione mistica di vasi e di coppe come un amante che abbia in mano una carezza che vuole sciogliere tra i capelli dell’amata.»
Dalmazio Frau (‘L’Opinione’ e inedito, 2021)
«Ma, a proposito di arte, approfittiamo per dare un esempio di questi saggi: Il quadro segreto (data “immaginifica” 1970) di Vitaldo Conte, critico d’arte, oltre che artista e saggista. L’autore, sagace conoscitore del filosofo, gioca di fantasia ma plasmandola della sensibilità di Evola. Il risultato è un racconto che cattura come trama e come modo poetico vagamente enigmatico ma linguisticamente chiaro e affascinante.
Conte sviluppa sostanzialmente un suo racconto ispirato, proprio nel senso di essere carico di ispirazione (dallo spirito evoliano, evidentemente), quasi come scrivesse da medium che con occhi chiusi si fa strumento passivo e docile dell’ente manifestatosi. Quasi. Sì, Conte scrive come fosse in trance, ma senza rinunciare alla cabina di regia: ogni cosa deve stare al suo posto, spazialmente e temporalmente, fino ai momenti di suspence. La sua magia narrativa stabilisce un iper-equilibrio tra il razionale e l’irrazionale. E sembra allora che quest’equilibrio sia pronto a saltare a ogni momento. Sennonché, trama e linguaggio ti tendono un tranello e, senza accorgertene, arrivi alla fine, e solo allora di rendi conto che quell’equilibrio è rimasto saldo sul filo dell’equilibrismo. E anche tu ti ci senti sopra, a braccia dispiegate.»
Carmelo Strano (‘Fyinpaper’ e inedito, 2021)
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