L’esempio di Genova. IANUA IL MEDIOEVO “RITROVATO” – di Mario Bozzi Sentieri

Con il convegno  L'Impero di Genova. Dal Mar Nero all'Atlantico, la grande espansione nel Medioevo, tenutosi  venerdì 19 e sabato 20 gennaio, Genova ha aperto  la rassegna  Ianua. Genova nel Medioevo, voluta dal Comune di Genova. Scopo dell’iniziativa svelare e raccontare le testimonianze della città medievale, ancora poco conosciuta dal grande pubblico nonostante la sua eccezionale rilevanza nella storia europea. Un cammino lungo un anno - curato dallo storico genovese Antonio Musarra, professore associato di Storia Medievale  all’università La Sapienza di Roma - che ricalca lo spirito dei Rolli Days, la rassegna dedicata ai “palazzi storici” della città,  con aperture straordinarie di luoghi chiave per consentire ai visitatori (turisti e residenti) di acquisire consapevolezza del valore del territorio.

“La storia del Medioevo genovese è sempre stata al centro dell’attenzione della storiografia internazionale. Guglielmo Embriaco, Benedetto Zaccaria, Simon Boccanegra, Cristoforo Colombo, sono soltanto alcuni tra i personaggi più celebri, capaci d’incarnare il genius loci – precisa  Musarra – ma i protagonisti della storia genovese sono molti di più: crociati, mercanti, ambasciatori, artigiani, uomini e donne, che formano la trama di una vicenda straordinaria, testimoniata da numerose fonti, conservate prevalentemente presso l’Archivio di Stato genovese. Una storia complessa e affascinante, che merita di essere narrata e conosciuta”.

Nel corso del 2024  questo patrimonio verrà progressivamente svelato grazie all’apertura di alcuni siti d’interesse e attraverso un articolato programma di iniziative, che consentiranno di riscoprire la trama di una storia di eccezionale importanza, ben presente nelle strutture murarie, nelle chiese, nelle abbazie, nelle torri, nelle fondamenta della maggior parte degli edifici del centro storico (e non solo).

Le iniziative si articoleranno in un calendario di incontri tematici organizzati in collaborazione con vari enti cittadini, di incontri guidati di carattere storico e artistico nei luoghi più iconici del Medioevo genovese a cura dei divulgatori scientifici, giovani professionisti opportunamente selezionati, di eventi teatrali e musicali declinati attraverso il teatro di strada, con spettacoli a tema medievale sulla storia genovese, e serate-evento.

Tra questi il riallestimento della Tomba del Cardinale Luca Fieschi presso il Museo Diocesano di Genova, l’esposizione della Bibbia Atlantica presso la Biblioteca Berio, le mostre presso l’Archivio di Stato di Genova, l’Archivio storico del Magistrato di Misericordia e il Museo Diocesano stesso e presso i Musei Nazionali di Genova, con l’avvincente tematica “Genova e San Giorgio. Storia, immagini e identità di un Santo cavaliere tra medioevo e modernità”.

 Non mancheranno gli incontri seminariali, le conferenze e le presentazioni di ricerche, volumi e temi legati alla storia medievale della città, in cicli di carattere sia specialistico che divulgativo.

“Genova si prepara a riscoprire la propria storia medievale attraverso una grande manifestazione che ripercorrerà un inedito passato. La nostra città possiede uno dei centri storici medievali più estesi e meglio conservati d’Europa. Gli angoli, i vicoli e le piazze nascondono centinaia di storie che meritano di essere riscoperte e tramandate – ha commentato il sindaco Marco Bucci - I riflettori saranno puntati su un periodo importante della storia cittadina che ha gettato le basi per un glorioso futuro. Sarà l’occasione per genovesi e turisti per riscoprire un pezzo di storia fondamentale, in cui Genova era già considerata una grande protagonista europea. Un evento che consentirà di esaltare l’antico ruolo della nostra città come “porta dell’Europa”, un argomento che a distanza di secoli è sempre di attualità. Genova è pronta a mostrare al mondo le proprie meraviglie medievali che sapranno affascinare e incantare cittadini, turisti e migliaia di appassionati”.

Tra  il X e il XV secolo Genova conobbe infatti una straordinaria espansione, divenne una tra le città più ricche e importanti del Mediterraneo, proiettandosi ben oltre le proprie mura, sino a fondare non nuove città ma “atre Zenoe”. È proprio questa proiezione a giustificare la scelta di cambiarne il nome: da GENUA (forse derivato dall’etrusco kàinua, “città nuova”) al più elegante IANUA, “porta” d’Europa e del Mediterraneo. Accomunati dalla vocazione per gli affari, figli di una città-stato in cui il privato ha spesso avuto il sopravvento sul pubblico, pronti a stringere legami in ogni parte del mondo conosciuto, non a caso i Genovesi sono stati spesso additati come diversi.

Un tema che, da Dante a Fernand Braudel, ha appassionato generazioni di studiosi, giunti a teorizzare la necessità di tessere, più che una storia di Genova, consumata nelle lotte tra famiglie e nei continui cambi di governo, una storia dei Genovesi, con particolare riguardo alla loro presenza su tutti i mari, fino ad arrivare all’Estremo Oriente.

Un “recupero”  eccezionale che permetterà non solo ai cittadini e ai visitatori di riscoprire luoghi e simboli dell’identità di Genova,  ma di “ricucire” finalmente il rapporto con uno dei periodi cruciali della propria storia, archiviando una visione fuorviante del Medioevo, frutto della peggiore cultura di stampo illuminista: età della barbarie e dell’oscurantismo, chiusa  ed incolta, laddove invece è lì che si posero le basi per l’espansione  seguente, per l’epoca delle grandi scoperte, per il Rinascimento.

Rendere popolare e condivisa la Storia del Medioevo, a Genova e non solo, superando antistoriche interpretazioni, ormai archiviate dagli stessi “addetti ai lavori”, significa finalmente “rischiarare”  la conoscenza del Medioevo – come ci ha insegnato Régine Pernoud, autrice di Luce del Medioevo (1944), ritrovando il valore del millennio che va dal 400 al 1400.

Si tratta di una sfida a tutto campo, che dalle aule universitarie, dai cultori della materia, può coinvolgere la più ampia opinione pubblica e creare nuove suggestioni spirituali, facendo crescere una rinnovata consapevolezza rispetto alle storie che appartengono all’Italia profonda. Come ha fatto Genova, un esempio da imitare e da studiare.

 

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