La "Collezione del Mosaicosmo" l'opera saggistica di Tommaso Romano - di Vito Mauro

 

 

Ce l’ho tutta la notevole “Collezione del Mosaicosmo”, inizialmente, nel 1996, desiderata per l’ISSPE dal presidente Dino Grammatico e ora edita dagli Amici di COSMOS. È stato proprio il primo numero del Mosaicosmo a farmi conoscere il prof. Tommaso Romano, mi era stato donato dall’amico comune dott. Pietro Di Marco, nel leggerlo avevo trovato una frase che tanto si adattava come didascalia ad una foto del libro che stavo curando Orme del tempo. Un racconto per immagini di Eduardo Paladino, da allora ho avuto il privilegio di avere tutte le venti pubblicazioni compresa l’ultima L’indispensabile e creativa libertà.

L’appellativo della collana Mosaicosmo mostra la disinvoltura di Tommaso Romano per i neologismi di dannunziana memoria ed i titoli, dove emerge la voce Tradizione di cui Romano è un appassionato propugnatore, sono già un impegno: 1) Finestre sul Cassaro, 2) Pellegrino al Pellegrino, 3) Torre dell’Ammiraglio. Proposte Tradizionalpopolari nell’opera della mondializzazione, 4) Oro del Mosaico, dalla Sicilia per fondamenti, pensieri e ritratti, 5) Il fare della bellezza, 6) Scolpire il vento, 7) Itinerari Metapolitici. Tradizione e azione dall’isola del sole, 8) La colonna e il mare, 9) L’anima della Tradizione, 10) Sicilia 1860-1870, una storia da riscrivere, 11) Mosaicographia siciliana, 12) Il sismografo e la cometa, 13) Cafè de Maistre, 14) Miniature per l’Arca, 15) Nel Vortice, 16) Marginalia, 17) Vittorio Amedeo di Savoia re di Sicilia, 18) Contro la rivoluzione la fedeltà. Il marchese Vincenzo Mortillaro cattolico e tradizionalista intransigente, 19) In Natura Symbolum et Rosa, 20) L’indispensabile e creativa libertà, per complessive 4094 pagine in cui fa parlare gli elaborati, con testi su personaggi, prefazioni, recensioni, saggi, analisi, ricerche e studi, tanti affluenti congiunti da un lungo filo conduttore che producono una compagine a mosaico, raffinati documenti con una visione unitaria.

Tommaso Romano ha portato la sua identità, il suo modo di essere, la sua presenza in tutto questo “fare”, nei suoi lavori che non si può fare a meno di leggere e apprezzare, per quanto di interessante si trova in questi volumi, quanto questi possono farci immedesimare e quanto possiamo assorbirne, coinvolgerci e arricchire il nostro pensiero.

La collana rappresenta una testimonianza delle significative qualità di Romano che non sono mai scontate, ma sempre sorprendenti, i suoi sono scritti con partecipazione, con il risultato di consegnarci ritagli di storia che andrebbe obliata, ne fanno una straordinaria figura del mondo letterario, una specie di Giano bifronte che ricomprende il volto dell’editore-fondatore di collane e riviste e quello dello scrittore-filosofo dal pensiero risoluto e autonomo in costante evoluzione, non influenzabile dalle tendenze e senza preconcetti.

Scorrere i venti numeri del Mosaicosmo, i primi sono già diventate memorie, significa inoltrarsi nella cronaca letteraria di un quarto di secolo, sono la prova di un letterato a 360°, dove vi sono racchiuse le esperienze letterarie, i rapporti interpersonali, gli incontri con personaggi, il tutto raggruppato per conciliare due esigenze, quella di non disperdere il proprio tempo e il proprio lavoro.

A conferma, nella premessa al ventesimo volume Romano scrive: “Ecco perché, ancora una volta, raccogliere i frammenti, le riflessioni, le note, è un esercizio civile di ricapitolazione di sé, quasi un dovere verso i temi o le opere indagate. Fermo restando che la creatività non è imbalsamabile, nemmeno dalla critica che, nel mio caso, è solo valutazione soggettiva e non giudizio. È, quindi, anche una questione di metodo.”

Questi interessi, questa attività culturale, custoditi in oltre quattromila pagine, fanno di Romano un raffinato intellettuale, un personaggio straordinario, eccentrico con l’attitudine dell’imprenditore, con la vocazione della politica, il quale da ogni sintomo, da ogni simbolo, con una febbre creativa, porta avanti il suo compito, un naturale obiettivo quello di diffondere cultura, anche in modo semplice, senza banalizzare.

L’insieme del Mosaicosmo offre un ampio interesse che ne fa uno Zibaldone e malgrado Tommaso Romano cita spesso Cristina Campo che diceva di sé stessa: «Ho scritto poco, avrei voluto scrivere meno», con la sua opera poderosa vale proprio il contrario: Ho scritto tanto, ma non è mai abbastanza.

 

 

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