Marcello Veneziani: “Nostalgia degli dei. Una visione del mondo in dieci idee”. Marsilio Editore.

di Giuseppe Massari

 

 

 

Per la prima volta collegati in una compiuta visione del mondo, Marcello Veneziani propone i temi affrontati nell’arco di quarant’anni di studio e ricerca. Nel corso dei secoli, le divinità si sono fatte idee, principi fondamentali per la vita e per la morte, amore per ciò che è superiore, permanente e degno di venerazione. Oggi una società schiacciata su un presente assoluto, in cui nessuna differenza è accettata, sembra aver spazzato via anche gli ultimi limiti necessari alla loro sopravvivenza: il confine che protegge, il pudore che preserva, la fede che è amore per la Luce. Come in una galleria di gigantesche figure di marmo, l’autore osserva e racconta le dieci divinità che hanno fondato il pensiero e l’esistenza dell’uomo. E nel tracciarne i profili ne svela il senso recondito, la loro necessità fuor di metafora per ricominciare a «pensare anziché limitarci a funzionare» nella vita di tutti i giorni. Attingendo a una costellazione di pensatori che da Platone e Plotino passa per Vico e Nietzsche, fino ad arrivare a Florenskij ed Evola, nel suo lungo percorso di scrittore Veneziani conserva quella nostalgia del sacro che consente agli uomini di uscire dal loro mondo e dal loro tempo, di riconoscere i propri limiti e trascenderli, di trovare orizzonti, tutori e aperture oltre la caducità della nostra esistenza. Gli dei, ovvero le dieci parole-chiave del Decalogo alle quali Veneziani guarda con nostalgia, sono steli che possono orientare un futuro sviluppo antico del mondo. Questi archetipi sono: Civiltà, Destino, Patria, Famiglia, Comunità, Tradizione, Mito, Anima, Dio, Ritorno. Gli dei che simbolizzano queste parole-chiave vanno intesi come archetipi dotati di apertura di senso. La Civiltà, ad esempio, è la dea che connette i popoli; la Famiglia quella che genera e procrea; ciò che trasmette i valori è la Tradizione; il dio del luogo è la Patria mentre la Comunità (che si oppone alla cultura utilitaristica e contrattualistica contemporanea) è la dea del legame sociale. Questi archetipi stanno dall’Inizio, prima della nascita delle idee filosofiche che si trasformano, poi, in ideologie con catastrofiche conseguenze pratiche o si semplificano, oggi, in algoritmi. L’ultimo saggio di Veneziani non sfugge al dubbio che con la morte degli dei e della storia si stia proprio tornando alla preistoria, quella dei cacciatori/raccoglitori senza lavoro, senza casa, senza tradizione, esposti al caso e capaci solo di condividere cibo d’occasione in micro-comunità instabili: un cupio dissolvi. Una civiltà, e questa è l’essenza del libro, “non si esprime nell’evoluzione della tecnica e dell’economia ma nello sviluppo di tecnica ed economia in rapporto alla cultura e alla vita dei popoli singoli».La domanda che l’ultimo libro di Marcello Veneziani innesca è questa: con quale allegra inconsapevolezza la società contemporanea ha abbandonato questo tipo di sviluppo umano iniziato 12 mila anni fa? “La vita è un viaggio di ritorno dall'anima alle stelle, dell'uomo agli dei”.

 

Pin It

Potrebbero interessarti

Articoli più letti

Questo sito utilizza Cookies necesari per il corretto funzionamento. Continuando la navigazione viene consentito il loro utilizzo.