Prefazione di Tommaso Romano a "99 petali e 1 sortilegio" (Ed.Thule) di Ester Monachino

La poesia non è occasione né tantomeno un tempo sottratto al tempo, per Ester Monachino la poesia è il respiro senza soste e infingimenti è il farsi senso e atto di vita nell’inesausta ricerca di una gnosi pura che la parola dona come epifania perenne.

Nelle stazioni di questo Poema esemplare per stile e rigore, per visioni e profumi, per incanti e disincanti la Monachino ci consegna una prova maiuscola di autenticità sorretta da alta ricerca di significati ulteriori, che ci portano alla grande stagione di Arturo Onofri, di un Girolamo Comi, di un Luigi Fallacara, ma anche a Petrarca e al Rinascimento esoterico.

Il roseto di Ester è come il giardino esoterico di Boboli o di Bomarzo, senza concedersi a sentimentalismi, la poesia sua è ritorno ancestrale, è fioritura anche nel labirinto, luce che non può escludere l’ombra, carne e anima, incanto e sortilegio.

In Natura Symbolum et Rosa, così il discorrere di un mio testo mosaicosmico che per le vie e le galassie dell’Infinito si incontra come per evento e miracolo, in una convergenza celeste con la parola lirica della Monachino.

Dall’Unico di plotiniana memoria incorrotta, il poema monachiniano racconta veggenza ad occhi aperti, come direbbe Marguerite Yourcenar, simboli che risuonano fra le rovine e indicano la rinascenza possibile, quella interiore, l’aprire il proprio sé alle altezze, salendo dagli inferi.

Una sola rosa può vincere il drago.

È bellezza pura come la rugiada che accarezza la rosa nella poesia della Monachino, un breviario di sensazioni che non restano mai in superficie e - per chi sa sentire oltre che leggere - si fondono in una gioia primigenia, aurorale che ha il nome di Amore.

Il numero diventa quindi numerologia del sacro, ritorno eterno all’essenziale senza smottamenti di onnipotenza, nel mistero che dalla Natura porta al tempio dell’essere, a Dio, agli Dei.

Il canto della Monachino si fa autenticamente universale concerto, pedagogia dell’armonia, approdo e partenza, petalo di grazia, e forza di resistenza alla volgarità.

Come un sogno che fugge è la Rosa.

La memoria che si fa Parola e alito vitale, ce la conserva, se sapremo conservarla, per sempre.

E la Parola Poetica di Ester Monachino, la Sua Rosa, non sfiorirà a nessuna apocalisse.

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