"Tommaso Romano e il suo Autoritratto feroce" di Anna Maria Lo Piccolo

Caro autoritratto feroce ,io mi immagino un tuo ritratto composto e impostato in modo sfocato dai tratti appena accennati oppure marcati da indolenti note chiaro scuro o ancora appena accennato e variopinto di fervidi colori: niente di tutto questo ti immagino in un giorno mentre cammini per le strade , né strette né molto ampie di quelle strade in cui tutti trovano accoglienza e in cui tutti con- vengono che il traffico sia regolato , dove oltre a camminare , si può leggere seduti sulle panchine difatti I' armonia del cielo non disturbata da rumori assordanti riflette un equilibrio circondato da virtuosismi di una musicalità appena accennata e pure quello potrebbe essere un ambiente che riflette I' idea dell’ armonia in cui spendere le proprie migliori energie . Il tutto per ricordare che non bisogna privarsi delle opportunità di conoscere il mondo per scoprirlo e riscoprirlo quotidianamente . Dicevano i latini che la virtù sta nel mezzo ed è vero ma ciò che di bello ancora oggi è che I' essere nel mondo richiede impegno e sacrificio , paradigma che non possiamo dimenticare se desideriamo realìzzarci purtuttavia senza mortificare il proprio stato senza pensare di annichilirlo ,il nichilismo o l'eccessiva iperattività mortifica I' organismo come la propria anima. Pensa , costruisci il bello , sii te stesso nell’ anima e nel tuo cuore come i tuoi simili , leali e virtuosi compagni di vita. Si comincerebbe così a delineare una cornice in cui vi sia incastonato un quadro di una scena di vita .Cosa ci trovo ..
Si narra il viaggio di un viandante che, con una lanterna in mano, va alla ricerca della pietra filosofale che per lui voleva essere qualcosa di "indefinibile" talmente amava la sua bellezza e la Iuce che emanava , " Iuce veritativa" che lui immaginava si identificasse con il valore più importante : la vita stessa.
Un giorno discuteva con un suo amico , non c'era posto nel suo tavolo per gli amici d'occasione o dalla" visione" ad oltranza di un" modernismo" che lasciava solo spazio all’ indolenza , alla cattiva educazione dettata da una pura ignoranza , di ciò che aveva davvero un senso, il solo che traspariva dalla" trasparente" azione di persona dal viso piuttosto scarno e sorridente , di quei "sorrisi" che inducono a credere ancora nel bene e nella solidarietà.
Sapeva che era impervia la strada che Io portava alla pietra filosofale e fra sé e sé , in momenti di scoramento , credeva che non I' avrebbe ritrovata.
Sì perché lui già aveva visto le sue sinuose e brillanti note che somigliavano a suoni che ti inebriavano mentre li scrivevi e si jnfrangevano in infiniti riflessi angolati da luce che sapeva di verità quella che ti illumina I’ anima
Che ti desta "stupore" e "meraviglia " mentre sei intento a guardarla e per
 
niente imitabile dall"' apparenza" di ciò che scorre in finto cambiamento che è " assenza" di vita per cui ci si pone il problema del perché adattarsi a quanto non abbia senso o sia privo d'interessi non certamente come secondo un "economicismo" che incombe in qualsiasi rapporto sociale.
Ma a ben vedere non aveva niente, proprio niente di simile alla pietra filosofale.
Il viandante procedeva appena accennando i passì mentre pensava nel bel mezzo di un "silenzio "che parlava da solo: Chi va alla ricerca di ciò che ha senso certamente "manifesta" la vera "anima".
"Ricreare la visione" ciò succedeva in lui mentre andava al di là del "transitorio".
Un giorno mentre era intento a guardare delle donzelle danzare gli sobbalzò alla mente quando anche luì danzava giovievolmente e si ricordò dei balli della "tradizione" folkloristica che molto aveva in comune con il ritmo del suo cuore
Mentre si accennava una melodia che quasi Io confondeva e subentrava un "sentimento" che gli appariva similare a quando aveva davanti a sé un bel quadro dal tratto armonico come in fondo era I' Anima di quel viandante.
Ad un tratto incontrò un lupo dall' atteggiamento aggressivo che ricordava quasi quasi il lupo di Cappuccetto Rosso dalla falsa faccia e dall' "ipocrisia" che emanava dalla sua bocca. Il suo aspetto era veramente "indicibile" e non sarebbero bastate le sue parole per calmare la rabbia e la violenza che trasparivano dai suoi occhi rossastri . Lì per lì , dopo Io spavento, fece finta di niente , ma il niente per lui significava un disvalore assoluto; allora pensò di rivolgerglisi con fare "ironico" ché gli conveniva , lontano dall”' autoironia" perché tentava di non toccare la sua sensibilità tanto si era spaventato .Cercò di "capire", di "sapere "chi fosse , talmente il suo animo buono avrebbe "voluto" dissuaderlo a non mortificare il suo "corpo e la sua "Anima "
Brillò dentro di sé una scintilla pensando di dirgli :"Dove vai lupo , dimmi se
posso fare qualcosa per te?. "Nulla”! Rispose il lupo, "sono alla ricerca della casa in cui vivevo che ho perso di vista e non riesco a ritrovare".
La similitudine fra le due situazioni di vita: il viandante cercava la pietra filosofale, il lupo la casa dove viveva , ma le due risultanze erano ben diverse
, il viandante spaventato a "morte", perché il lupo Io sbranasse purtuttavia Io voleva aiutare , ma il lupo lo lasciò Iibero dicendogli ," Io devo fare strada" e cosi se ne andò.
Il viandante non nuovo di questi incontri riprese il suo bastone e la sua sacca e ricomincio' a camminare.
 
Ma dov'era la pietra filosofale?
AII' improvviso senza che se I' aspettasse, la parola "veritativa"
uscì fuori dalla bocca del lupo mentFe si allontanava: "Vai diritto senza voltarti incontrerai un dirupo, là troverai quello che cerchi".
Il viandante non si voltò, ma riconobbe la voce del lupo. In fondo in fondo fu I’ unico che I' ebbe aiutato, esso forte della sua "volontà" di ritrovare la strada del ritorno.
"Cosmo ", questo era il nome del viandante , egli era solito prendere le distanze da chi scoraggiava I"'Amore "per I' armonia: arte, poesia musica, danza solevano rinverdiFgli Io "spirito "e pensò a ciò che è sacro o è un mistero e a quanto gli fosse congeniale credere nel buon Dio ,tanto che credette facile ritrovare la pietra filosofale.
Il viandante era un uomo saggio , riprese il tragitto Iungo quel dirupo per ritrovare la pietra filosofale . Il Buon Dio gli aveva dato la vista per guardare , i sensi per ascoltare , toccare , sentire , il cuore per" amare ", I' io e gli altri , il mondo per credere che la vita va vissuta per ciò che di buono , di bello , di vero vi ritroviamo , vi riscopriamo.
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