Vito Lo Scrudato, Roberta Lo Scrudato, "L’editto della diaspora. Sette giorni per la libertà" (Navarra editore) - di Vito Mauro

Nulla di ciò che è avvenuto
va dato mai perso per la storia.
(Walter Benjamin)
 
 
L’editto della diaspora. Sette giorni per la libertà di Vito Lo Scrudato e Roberta Lo Scrudato, Navarra Editore, un romanzo storico ottenuto da uno scrutinio attento dei documenti, da leggere perché gli Autori regalano una favola che incanta mescolando storia e sentimenti, in una cornice tra fatti realmente accaduti e avventura, riescono a esaltare la bellezza della piccole cose con un delicato tocco narrativo raccontandoci di un amore impossibile fra una ragazza judea e un ragazzo cattolico, nel contesto di un evento storico quale è stato la cacciata o la conversione dei Judei, da parte del brutale Conte Antonio Abatellis signore di Camerata in esecuzione a quanto i cattolici Re Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia hanno disposto nell’Editto di Granada del marzo 1492 con il quale le comunità ebraiche venivano espulsi dalla Spagna e dalla Sicilia.
Combinare questa narrazione in bilico fra un documentato saggio e un coinvolgente romanzo, è un modo fantastico e avvincente per non far dimenticare un pezzo di storia del proprio paese, contestualizzandolo sia nella descrizione dell’ambiente che dei personaggi, rivelando una passione per le parole in un linguaggio medioevale come: proti – brivatura – svelsero – orci – comitali – algori – meritrice – birri - grammatico - fratina - cellare - fondaco - postieria - siniscalco, inserendo qualche termine ebraico: sabba – challah – Kiddush - brit milà - Zeved Ha-bat – chuppà – Havdalà – Menorah - kryeklisha; qualche vocabolo siciliano: Putieddi – vanelle – burgisi – pagliaro – timpe – scapuccina – naca – rivugghio – cufino - fuitina; ma non sfugge neanche l’interesse per l’idioma lirico: Mi sentivo come un fiore strappato dalla terra con tutte le radici; Emanava un irresistibile profumo di muschio bianco, da far girare anche i girasoli in pieno mezzogiorno; una luna quasi piena che si faceva spazio tra bianche nuvole di fredda tramontana, i cavalli bussavano al muro con gli zoccoli impazienti di tornare alle loro stalle; La neve avvolse di candore le pietre antiche del paese e le strade ripide ricamate con accurate gradinate levigate dall’uso; Il sole illuminava senza risparmio il verde dei campi coltivati a grano e le chiome di roverelle e lecci del bosco ancora in lontananza… I latifondi cerealicoli erano interrotti da case rurali; Era nata la vita in mezzo alla disgrazia; così come nasce un fiore su una pietra, come il sole tra  le nuvole e come il calore che scioglie il ghiaccio. Il tutto allestito con uno stile che ha la chiarezza della storia e la profondità del romanzo, che allinea cuore e cervello.
Nel mezzo di una storia vera, con atti e fatti reali, nell’inverno gelido del 1492 quando insieme alla neve e al freddo piomba sugli ebrei di Camerata l’Editto della diaspora, gli Autori intrecciano un romanzo che crea atmosfere di altri tempi scintillando in ogni frase di accadimento o dialogo con dentro amicizie, amori, potere, fatti di violenza, religioni e saggezze.
Leggere questo testo dal lato storico aiuta a conoscere, mentre la parte romanzata spinge al senso di meraviglia per realtà diverse, contesti culturali lontani, periodi quando la disobbedienza diventa necessaria per diventare se stessi, anche quando c’è un prezzo da pagare, nel rispetto di relazioni familiari e relazioni religiose.
La storia semplice presenta una trama con qualche colpo di scena in grado di avvincere in pagine da leggere al galoppo, capaci di riacciuffare l’attenzione grazie alla descrizione di luoghi, paesaggi e personaggi realmente esistiti e intensi protagonisti principali di fantasia: Ester legata agli ideali religiosi del padre e Joan l’eroe oppositore del metodo di esecuzione dell’editto dei re di Spagna da parte del Conte Antonio Abatellis. Ester e Joan protagonisti come Renzo e Lucia, come Romeo e Giulietta, che cercano una collocazione in un mondo di contrasti, che coinvolge il lettore in un registro che informa e intrattiene, ma tutto ciò è giusto scoprirlo leggendo, e ognuno coglierà ciò che più gli è piaciuto, la fascinazione per l’epoca descritta o la celebrazione della vita con la sua morale e il suo senso di giustizia e conoscere la Storia anche nella drammaticità degli eventi.  
Gli Autori sono chiari quando si tratta di presentare i personaggi, precisi nel descrivere i luoghi, libro alla mano si possono percorrere molti siti citati, e con raffinatezza generano una storia riportandoci personaggi e ambienti in un contesto così diverso da quello attuale, ma che si avvicinano con finezza alla realtà di quel periodo, non soffermandosi mai troppo in superficie dove la serenità lascia il campo al dramma e la crudeltà delle cose e degli uomini prende il sopravvento su tutto: Il male esiste e lo scelgono gli uomini cattivi! (…) volendo la neve, invano coprire, sotto un manto puro, le malefatte degli uomini, la violenza degli uomini contro gli uomini, la brutalità del potere costituito, quando artefice di ingiustizia.
Vanno anche menzionate le belle espressioni, mai fine a se stesse, ma sempre mirate a far entrare lettrici e lettori nel cuore della vicenda: Quello che è certo è che la verità è sempre e solo una, ma la vita è complicata e il cuore di ciascuno lo conosce solo Dio (…) Niente è eterno in questo mondo, tutti viviamo sotto lo stesso cielo e tutti, anche i potenti, siamo esposti alle tempeste improvvise e inaspettate. (…) lo sguardo era una manifestazione vitale, una sorta di sorgente di significati più forti di qualunque parola, di qualsiasi discorso. (…) Non si può cadere, senza prima salire un po’ più su. Non si può tornare, senza partire. Non si può vedere come è fatto davvero il cielo, senza prima alzare gli occhi verso il sole. E non puoi nemmeno aspettare l’alba, se non rimani sveglio, anche se fa freddo ed è notte, ci sarà il buio ma anche le stelle (...) Ma si è sbagliati solo agli occhi degli infelici. 
Da tutto questo emerge in modo chiaro la competenza degli Autori per la scrittura, la passione e l’attaccamento per i propri paesi dei mille balconi che guardano a oriente, del sale e della neve, a cui hanno dedicato il libro: Alla gente di Cammarata e San Giovanni Gemini, marcando l’affetto verso le proprie concittadine, Le madri cammeratesi leggono nei cuori.
Gli Autori credendo nel lavoro svolto hanno realizzato un trailer di promozione del volume con il Gruppo Storico “Abatellis Branciforti conti di Cammarata - San Giovanni Gemini” e nel descrivere il probabile percorso dei rimonim, i granati d’argento impreziositi da smeraldi e rubini, posti ai vertici del sostegno della Torah, il libro sacro dei judei, appartenenti alla sinagoga di Cammarata, consegnati al mercante maiorchino Francese Puig, che li donò in seguito alla Cattedrale di Palma di Maiorca, nel cui tesoro oggi sono esposti, ne auspicano il ritorno.
Un romanzo storico dove la verità sembra un incubo, la fantasia sembra realtà, e per finire parafrasando una bella frase del romanzo, Lui era davvero come l’alba dal Mongibello in un giorno d’estate che ti lascia senza fiato, se hai davvero la pazienza si aspettarla, si può affermare che se hai la pazienza di leggerlo troverai un’umanissima concretezza, L’amore vince anche su potere, sull’odio, sulla violenza.
Vito Mauro
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