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Il devastante nichilismo è il nemico dell'uomo e quindi dell'arte che l'uomo dovrebbe pensare e realizzare come straordinarietà creativa o ri-creativa. Cadute le certezze, brancolando nel buio della modernità, schiavizzati dalla tecnolatria, incapaci di formulare visioni di universalità, occorre ritornare, intanto individualmente, ai fondamenti dell'essere, del contemplare e del fare.

Tocca ai cercatori e facitori di bellezza, ritrovare e indicare il senso della vita, la sua unicità e irripetibilità, almeno per curare sé stessi e il mondo, se non proprio per salvarli.

Mariano Deidda ha la rara capacità di mettere in armonia parola-musica-pensiero dando fiato e straordinarie atmosfere al sommo Pessoa che volle farsi occulto e plurale per non essere contaminato dal vuoto e dal degrado.

Deidda con stile assoluto ne ripercorre per intero lo spirito innovando con il suo linguaggio sobrio, essenziale e inciso sul vento della verità, i caratteri più forti, a volte drammatici, a volte tenui come in un caleidoscopio che rivela l'invisibile.

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