“A Genova Paganini è una rockstar” di Mario Bozzi Sentieri
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- Creato: 02 Novembre 2018
- Scritto da Redazione Culturelite
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Due artisti, due geni della musica: Paganini e Hendrix, due virtuosi distanti nel tempo, appassionati uno al violino e l'altro alla chitarra elettrica... eppure oggi così simili. In fondo, entrambe due Rockstar. E’ questa l’alchemica sfida lanciata da Palazzo Ducale di Genova con la mostra Paganini Rockstar.
Il percorso espositivo della mostra al Ducale, curato da Roberto Grisley (scomparso durante il periodo di allestimento della mostra), Raffaele Mellace e il cantautore Ivano Fossati, è suddiviso in sette sezioni, dalla scoperta del talento al virtuosismo, dall'innovazione all'espressività. Disseminati nel percorso espositivo alcune videotestimonianze di grandi autori della musica, da Morgan a Gianna Nannini. Tra le sette sezioni, il fondatore dei BluVertigo analizza il rapporto tra fama e immagine, mentre Gianna Nannini racconta cosa vuol dire trovarsi di fronte a un grande pubblico. Da non perdere la sala tre , cuore pulsante della mostra, con una performance realizzata da Roberto Bolle che in un video danza sul Capriccio 24 di Paganini.
La sala quattro racchiude le parole degli ammiratori di Paganini. Le quattro pareti invase di parole, insieme alle voci dei cronisti, immergono il visitatore in un'atmosfera di euforia. Abbinata alla sala cinque è la sala del SoundLab, dove il visitatore può sperimentare la musica suonando un violino e una chitarra elettrica insieme con i ragazzi del Liceo Pertini e il Conservatorio Paganini di Genova. Tra una sala e l'altra, le teche contenenti i fogli con gli spartiti di Paganini trasportano il visitatore indietro nel tempo. Ma dalla sala sette si cambia registro: le pareti si colorano e dagli amplificatori arrivano potenti le note della chitarra elettrica suonata da Jimi Hendrix. In questa sala sono inoltre in esposizione gli abiti di Hendrix utilizzati in alcuni concerti.
Più che una mostra, nel senso tradizionale del termine, Paganini Rockstar è un vero e proprio “spettacolo”, punteggiato da una narrazione multimediale, che racconta non solo la vita del musicista quanto soprattutto l’ eredità musicale che ha lasciato Paganini, e di come questa sia stata raccolta negli anni dai vari artisti. Si arriva, così, al confronto con la musica contemporanea e con un grandissimo protagonista della musica rock: Jimi Hendrix. Perché entrambi gi artisti, circondati da un alone di mistero, erano formidabili performers capaci di ammaliare il pubblico e costruire di volta in volta la loro immagine. Il percorso espositivo si conclude nella sala otto , la Cappella del Doge: qui sono in esposizione due veri pezzi di storia della musica, il celebre Cannone, il violino Guarnieri del Gesù che Paganini lasciò al Comune di Genova, e un pezzo della famosa chitarra che Hendrix incendiò durante il Festival Pop di Monterey.
A spiegare cosa renda simili ed incandescenti Paganini ed Hendrix è uno dei curatori della mostra, Ivano Fossati: «I due artisti non sono identici in tutto, ma sono in qualche modo sovrapponibili: Paganini era davvero un precursore delle moderne rockstar, per come si muoveva, per come lavorava e dava spettacolo. Hendrix invece era quasi contrario a dare spettacolo di se stesso e se fosse qui oggi sarebbe un musicista diverso rispetto a come lo abbiamo conosciuto. Ma i punti di contatto fra le vite di Hendrix e Paganini ci sono e i visitatori li vedranno sicuramente».
«C'è stato un momento nella storia della musica prima e dopo Paganini e allo stesso modo è avvenuto con Hendrix: due artisti geniali ed eclettici - spiega Barbara Grosso, assessore alle politiche culturali di Genova - Questa mostra è rivolta soprattutto ai giovani perché capiscano il forte legame tra passato, presente e futuro. La mostra multimediale è tutta da vivere, in un percorso espositivo che sembra traghettare i visitatori in un altro mondo».
«La mostra Paganini Rockstar segna un momento di innovazione per il Ducale - spiega l'assessore regionale alla cultura Ilaria Cavo - Il Cannone di Paganini termina qui un lungo viaggio fatto di richiami, suggestioni e testimonianze, in un momento in cui Genova ha bisogno di un po' di sano orgoglio e del riconoscimento della capacità di produrre cultura. Farlo parlando di un grande genovese come Paganini è qualcosa di significativo».