"Biancamano o Bei monti: un’altra spiegazione" di Carmelo Currò

Una discussione che ricorda quella nelle scuole di alcuni decenni fa; quando, ancora con le pagine e le teste piene di miti risorgimentali, accanto alle glorie repubblicane di Mazzini, coesistevano le residue memorie sabaude con la gloria (oggi offuscata) dell’incontro di Teano e dei più remoti avi dei Savoia.
Quante volte abbiamo sentito parlare sulle ipotesi di quell’antico cognome Biancamano (soprannome, ovviamente) che designava e distingueva il primo tra i Savoia, quell’Umberto capostipite della dinastia che avrebbe unificato la Penisola?
Umberto Biancamano, ossia Umberto dalle Mani bianche, ossia dalle mani pulite, per designare la sua dirittura morale, la sua politica fiscale? Sarebbe stata una designazione piacevole per la dinastia, ricordare anche nel cognome le doti di un avo, che potevano passare nella genetica familiare. Ma gli storici e i critici, ovviamente, non potevano non studiarci sopra, e quel “blancis manibus” per alcuni altro non fu, invece, che un diverso modo di scrivere “blancis moenibus”, ossia l’uomo dalle bianche fortezze, padrone di quei castelli innevati che ricoprivano le Alpi da dove i Savoia sarebbero scesi per procedere alla conquista dell’Italia. Il soprannome guerriero e bellicoso si sarebbe accompagnato a genealogie spesso improbabili ma non per questo improponibili, in secoli che prediligevano il romanzo storico, i racconti gotici e le invenzioni di sana pianta, e perciò, spirando venti diversi sulla politica italiana, le origini di Umberto Biancamano variavano come il significato del suo appellativo. Ora nipote dell’imperatore di Germania quando c’era da accostarsi alla Baviera e alla Prussia; ora funzionario francese o borgognone quando si voleva mettere in rilievo l’amicizia con i Re di Francia; ora parente del medievale re d’Italia Arduino quando per i Savoia divenne più a portata di mano la conquista della Penisola, e i cognomi, come la genealogia e i legami di sangue, entravano a far parte delle tattiche politiche dei secoli passati.
Desidero proporre una nuova lettura del soprannome. Una diversa interpretazione che elimina sia le mani che le fortezze e forse anche l’aggettivo bianco, anche se sempre riferibile però alle montagne alpine, prima residenza del capostipite. L’interpretazione trova il suo fondamento in un identico soprannome che veniva dato a un grande nobile inglese, Roberto di Beaumont, terzo Conte di Leicester, che per pochi anni (nacque all’incirca nel 1130) fu contemporaneo di Umberto Biancamano (il quale morì nel 1048).
Roberto fu un uomo dalla vita avventurosissima e protagonista sullo scenario politico e militare inglese. Era figlio di un omonimo Roberto, secondo Conte di Leicester da cui ereditò grandiosi feudi e possedimenti in Normandia e in Inghilterra. Suo nonno fu il primo Roberto, Conte di Leicester, uomo ritenuto fra i più colti e intelligenti del suo tempo, che nel 1066 accompagnò Guglielmo il Conquistatore (cugino di secondo grado di suo padre Roger) nell’avventura che gli avrebbe fatto cingere la Corona inglese. Dal nuovo Re Enrico egli ricevette la Contea rimasta in famiglia; e dalla fiducia reale fu compensato con altri novanta manieri e feudi. Ebbe inoltre da sua madre Adeline il titolo di Conte di Meulan, in Normandia. Il primo conte di Leicester, aveva sposato Isabel di Vermandois, figlia di Ugo di Vermandois il quale era figlio minore del Re di Francia Enrico I e della famosa Anna di Kiev.
Fatto doveroso accenno alla sontuosa genealogia dei tre primi Conti, ritorniamo dunque al soprannome del terzo che nel cognome Beaumont, comunemente dato alla famiglia, ricordava già la montagna da cui prendeva nome il paese di origine della stirpe. Blanchemaines, era soprannominato il terzo Conte di Leicester, lo afferma John Burke nel suo quarto famoso volume sulla storia dei Communers del 1848, parlando delle alleanze matrimoniali della famiglia Whatton, cui la lontana parentela era giunta attraverso il matrimonio tardo cinquecentesco con la dama Sence Penburye, il cui bisnonno era William Ashby il quale a sua volta, attraverso una prestigiosa serie di antenate, discendeva da Margaret, figlia del terzo Conte. Ora, precisa Burke, la traduzione esatta di Blanchemaines non era Biancamano ma Bellomonte, ossia belle montagne. Il nome Beaumont, appunto, con cui era conosciuta la sua famiglia Leicester e poi quella che ancora esiste in Inghilterra.
Un’altra possibilità anche per spiegare il cognome italico di Umberto Biancamano? Umberto delle Belle Montagne?
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