“Novità dall’ottocento - la terra piatta” di Carmelo Currò
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- Creato: 30 Aprile 2019
- Scritto da Redazione Culturelite
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Si svolgerà nel prossimo mese a Palermo il congresso dei terrapiattisti, ossia di quelle persone che, nonostante studi, stazioni spaziali e foto, credono che la Terra sia piatta e non rotonda. Attenzione, qui spesso non si tratta di poveri sprovveduti ma anche di soggetti che trascorrono molte ore al giorno a cercare improbabili prove delle loro idee, di catturare traiettorie di velivoli, di individuare elementi naturali in grado di portare di nuovo alla luce le teorie le teorie ottocentesche secondo cui il Pianeta era piatto e tutti ci credevano prima di Galileo (Cf. https://www.lasicilia.it/news/tech/231909/i-terrapiattisti-si-danno-appuntamento-a-palermo-la-verita-non-e-per-tutti.html?fbclid=IwAR3qLnVYDSBVqg5CAEZOqcJnNwYfCk-ooZt-ifN7WVJt7RF690-Ke-L5LhE).
Bugia nella bugia. Ci hanno insegnato che Galileo (noto credulone e compilatore a peso d’oro di oroscopi sbagliati) fu condannato dall’Inquisizione per aver sostenuto che il sole è mentre la Terra si muove. A scuola, grazie al supporto di libri di testo scritti e ricopiati dal periodo post-.risorgimentale, ci hanno insegnato un cumulo di errori (vedi le fandonie sulla Troia omerica o sulla maschera di Micene), per dimostrare agli studenti che il vecchio regime e la Chiesa erano retrivi, inabili, indegni di governare. Sono anni che diffondo anche io queste verità, ampiamente pubblicate da autorevoli studiosi e giornalisti, e tuttavia per lo più ignorate per la pigrizia mentale di doversi correggere e dover riscrivere.
In realtà, che la Terra fosse rotonda e che rotasse intorno al sole lo sapevano tutti, nell’antichità. Si è incerti sull’effettivo significato da attribuire al verso di Isaia “Uno che dimora sul circolo della Terra” (40, 22): questa frase dimostra che gli Ebrei non pensavano di vivere su un luogo piatto ma quanto meno, se non su un globo, su un luogo circolare. Dagli antichi Egizi, ai Greci ai Romani, le osservazioni (specialmente quelle dovute alle esperienze dei naviganti) avevano convinto uomini come Platone, Aristotele, Strabone, Cicerone, Plinio della sfericità del pianeta. E che la convinzione fosse limitata solo alle classi colte, potremmo facilmente contestarla, se si tiene presente che infiniti dipinti e statue nel mondo cristiano rappresentavano Cristo e la Vergine in maestà, con in mano le insegne regali, e tra queste, appunto il globo terrestre. Immagine condivisa da innumerevoli raffigurazioni di sovrani. Dante stesso conosceva bene l’argomento, e nel suo Poema scrive di scendere nella Terra uscendo dal lato opposto e vedendo stelle sconosciute. Come ognuno può constatare, fa acqua da tutte le parti la favola secondo cui la Chiesa imponeva la credenza del terrapiattismo per difendere il famoso passo biblico del “fermati o sole”, malamente interpretato. E anche in mala fede.
Origene, S.Ambrogio, Alberto Magno e S.Tommaso d’Aquino, il cardinale Nicola da Cusa: santi o vescovi o cristiani. Tutti sapevano che la Terra era una smisurata sfera. L’Inquisizione tanto tirata in ballo, confondendo spesso i tribunali calvinisti o anglicani dove scorreva a fiume il sangue dei Cattolici o dei protestanti dissenzienti, era invece composta da persone ragionevoli, intelligenti o di grande cultura, come nel caso del suo più famoso presidente, S.Roberto Bellarmino, gigante della santità e della scienza, conoscitore della sfericità terrestre. Il canonico Nicolò Copernico, autore della più famosa opera sul sistema di rotazione degli astri, dedicò addirittura il suo lavoro al Papa Paolo III che ne fu felicissimo.
La famosa condanna dell’Inquisizione, dunque, non si riferisce alla sfericità e alla rotazione; ma all’ipotesi galileiana secondo cui se la Bibbia ha commesso l’errore (verbale) di dichiarare il sole in movimento, allora lo scrittore sacro può aver messo su carta altri errori, e dunque il Libro non è di origine divina ma opera di uomini fallibili. La trasposizione dei fatti, delle idee e delle conclusioni, è un tipico gioco di abilità degli scrittori post-rivoluzionari, in grado di cambiare le carte sugli argomenti per loro scomodi.
Ben vengano, dunque, i terrapiattisti, dal momento che le opinioni, anche quelle che possono sembrare stravaganti, vanno ascoltate e almeno considerate per la loro novità. Perché proprio di novità si tratta, e non di ritorno a un inesistente passato retrivo.