Vittorio Lo Jacono, “Romagnolo e la Costa del Levante, Antica meta balneare del lungomare di Palermo” (Ex Libris) – di Gaetano Celauro
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- Category: Scritture
- Creato: 03 Gennaio 2025
- Scritto da Redazione Culturelite
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Dopo avere prestato attenzione con le sue precedenti pubblicazioni a Mondello con “Mondello e dintorni” e “L’antico stabilimento balneare di Mondello”, Vittorio Lo Jacono, attento cultore e studioso della Storia dell’Isola, rivolge i suoi interessi, studi e approfondimenti ad un'altra località di mare e di villeggiatura di Palermo.
Accurata e precisa l’analisi condotta Vittorio Lo Jacono che cita precise fonti documentali e archivistiche sulle quali ha condotto le sue ricerche. Non mancano altresì citazioni di storici, poeti e letterati (cfr. tra gli altri Pitrè e Meli) che hanno dato con i loro scritti, ampia testimonianza della trascorsa piacevolezza della Costa del levante dipinta anche da celebri pittori come Michele Catti, Ettore De Maria Bergler, che l’hanno immortalata in diverse loro opere.
Romagnolo, sino a poco tempo addietro era un luogo di svago e divertimento dove moltissimi palermitani passavano il periodo estivo, scandalosamante abbandonato che si deve riportare agli antichi splendori. E questo ultimo volume di Vittorio Lo Jacono offre un contributo notevole finalizzato alla sua rinascita e completa valorizzazione e al suo rinnovato utilizzo che porterebbe di certo beneficio alla cittadinanza tutta e al suo territorio.
Molte le cause e gli autori di questo scempio che ha sottratto alla città la possibilità di fruire oggigiorno del godimento di questa parte della città ove si ha sullo sfondo la visione del promontorio più bello del mondo, come lo definiva Goethe, il monte Pellegrino.
L’A, vuole fare prendere conoscenza e coscienza di quanto perduto, facendo un viaggio a ritroso nel tempo e nella storia di luoghi che arricchivano e impreziosivano il litorale palermitano e un quartiere quale quello di Romagnolo. Una parte urbana posta all’ingresso della citta, che abbraccia diverse realtà, ben documentata nell’accurato libro di Vittorio Lo Jacono, che ha al suo interno numerose riproduzioni di foto d’epoca. Si ha così contezza di quanto era presente il quei luoghi, strutture di svago ma anche di accoglienza come la “Casa lavoro e preghiera” per l’infanzia abbandonata di Padre Messina. Quest’ultima prendeva origine da una Chiesetta del 1400, quella di Sant’Erasmo poi incorporata nella villa dei Filangeri Cutò.
La prefazione è curata con attenzione dall’arch. Giacomo Fanale che non manca di sottolineare come la costa del Levante sia una delle parti più belle di Palermo, una città sul mare che pare però come nel tempo gli abbia girato le spalle. Lo sfogo naturale e più vicino è stato e sarebbe dovuto essere questo tratto di costa senza bisogno di doversi allontanare sino a Mondello, pur essendo quest’ultimo un bellissimo borgo marinaro, ma che comporta uno spostamento anche se per pochi chilometri dal centro della città. Un tempo si poteva giungere a Romagnolo facilmente attraverso la rete ferroviaria a scartamento ridotto Palermo-Corleone, o nel 1930 con un servizio di vaporetto che "toccando le passerelle a mare degli stabilimenti congiungeva Romagnolo al molo santa Lucia del porto di Palermo".
La costa del Levante ha avuto in seguito un destino amaro, giustificato solo in parte dalla morfologia del territorio che ha consentito uno sviluppo più agevole sull’altro lato della città.
Sulla Costa del levante, sorgevano funzionali stabilimenti su palafitte, rinomati ristoranti come “Renato” e“Spanò”, in un insieme che costituiva un vero e proprio luogo di villeggiatura per tutti i ceti sociali senza distinzioni di sorta e la vicinanza alla città consentiva una maggiore frequenza da parte della popolazione non solo cittadina. Ma tutto questo è venuto meno, nel corso del tempo, per le insane scelte urbanistiche compiute dall’amministrazione pubblica. La decisione insensata di gettare i sfabbricidi derivati dal “sacco di Palermo” e ancor prima dalle macerie dei bombardamenti della guerra hanno rovinato uno splendido litorale ove sorgevano funzionali stabilimenti che rimasero attivi fino alla fine degli anni Ottanta, tutti dotati di passarella che portava sino al mare. Si ricordano tra i più famosi: Il Mustazzola, il Bagno per i Militari, lo stabilimento Pirandello, Risorgimento Italiano, lo stabilimento Elena, Margherita, lo stabilimento Trieste, i Bagni Petrucci e i Bagni Virzì.
Nel volume di Lo Jacono sono riportate le foto di come erano quei luoghi, dove impreziosivano la costa anche cinema all’aperto, arene come quella della Bandita e molte delle case che venivano ivi costruite erano abitate solamente nel periodo estivo.
Romagnolo prende il nome dal senatore Corradino Romagnolo e Texejra appartenente ad una delle famiglie patrizie di Palermo che costruisce alla fine del Settecento una villa in quei luoghi. Molte le curiosità che Lo Jacono fa conoscere in questo suo ultimo pregevole lavoro come l’appellativo “Mustazzola” , la scogliera antistante la costa, così denominata ricordando un omonimo tipico biscotto locale.
Una costa sud che comprende oltre Romagnolo, Sperone, Bandita, Acqua dei Corsari e che vedeva e vede anche porticcioli che andrebbero tutti validamente riqualificati, per uno sviluppo del territorio. Un tempo si era più legati all’entroterra, e più vocate all’agricoltura, alla coltivazione degli agrumi, data la vicinanza con la “Conca d’oro”. La struttura economica del territorio pertanto era pertanto più diretta verso l’interno, come fonte di reddito. Molte e di diverso genere furono successivamente le industrie che nacquero e s’insediarono sulla costa della riviera del levante, in massima parte a sostegno dell’edilizia in ragione dell’intenso sviluppo urbanistico della città, ma ve ne furono anche di generi alimentari tra le quali l’agrumaria Corleone.
Indagando poi tra le cause del degrado, si ricordano i vicini depositi di carburante, che hanno chiaramente deturpato la vista a mare con invasive cisterne e problemi di inquinamento non indifferenti. Ed ancora il depuratore generale della città che non poteva trovare sistemazione peggiore, essendo stato allocato proprio in quel tratto di costa ad Acqua dei Corsari. Ci fu poi un momento in cui pareva più logico e opportuno che l’aeroporto fosse situato in prossimità del porto, della città e della sua costa, dando conseguente beneficio e lustro a tutto il territorio limitrofo e non solo, ma furono operate altre scelte a livello politico.
È opera meritoria dell’autore avere ricordato queste nefaste scelte, auspicando un futuro migliore, con fruttuose iniziative e con l’impegno di tutti, non perpetuando in questo scempio. In tal modo si darebbe di certo un contributo notevole all’economia e non ultimo alla qualità della vita in specie e non solo di questa parte importante del territorio urbano all’entrata del centro cittadino che ha sullo sfondo una stupenda scenografia.