“Il robot non diventi un uomo meccanico” di Antonio Saccà
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- Creato: 11 Febbraio 2025
- Scritto da Redazione Culturelite
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Con tutto il riguardo che si deve all'economia fondamentale per la sopravvivenza ma soltanto nella sopravvivenza se non viene diretta anche alla cultura, permane la preoccupazione per la cultura, precisamente per la qualità culturale. Mi riferisco alle società occidentali, forse similmente le altre. La cultura è tutto per l'uomo che non si limita alla sopravvivenza risolvendola, l'uomo non dovrebbe limitarsi alla sopravvivenza ma, dicevo, superata che l’abbia, lo scopo fondamentale è la ricchezza interiore. Certo, se non sopravviviamo impossibile questo superamento, ma consideriamo risolto il raggiungimento quasi generalizzato della sopravvivenza. Vi è chi esige non soltanto la sopravvivenza ma il benessere,l’opulenza. Faccia. Ma esiste un diverso “patrimonio”,estetico-culturale, e anche naturale, emozioni, espressioni, sentire, echeggiare dal fuori al dentro, dal dentro al fuori, ascolti suoni e ne sei attraversato , cogli tramonti e ti immedesimi nei cambiamenti del sole e dei cieli, l’acqua ti parla con il mormorio dei fiumi, leggi versi e moduli il tuo percepire secondo le vibrazioni armoniose e dissonanti ed il significato delle parole che suscitano vita… Ecco, la vita. Senza cultura ed arte manca la vita! La vita non è sopravvivere è coscienza di esistere sentendo, percependo, eco della realtà in noi, di noi nella realtà. La vita è slancio innamorato del nostro sentire verso la realtà quasi la realtà ci venisse incontro come la donna che amiamo, o l’uomo che la donna ama. SE NON SI VIVE COSI’ ESISTIAMO MA NON VIVIAMO. Ora, appunto queste risonanze prendono dall’arte e dalla cultura. Mi arricchisco di quadri, mi arricchisco di musica, mi colmo di versi memorandoli per renderli in mente al bisogno, se vado in una città i suoi monumenti mi raccontano, non sono straniero sulla terra, sono fedele alla Terra, e conosco, sento animato da fedele amore.
In passato vi era sia l’aristocrazia nobiliare economica, sia l’aristocrazia dello spirito. Tolvolta si coniugavano. L’aristocrazia dello spirito giudicava spregevole chiunque per avere fama e denaro si discostava dalla dignità concettuale , espressiva… Purtroppo la mirabile potenza dei mezzi di comunicazione che rendono possibile fruizione presso che a tutti ha invogliato molti uomini dello spirito, diciamo, ad essere fruiti, appunto, dal maggior numero, il che spesso adegua l’emissione alla sottomissione . Siamo pervenuti al distillato poetico, summa della parola, disfatto in parlato arrancato e brodoso, varrebbe se intendesse svelare il decadere, l’inespressività di quanto viene espresso, se reputa di esprimere è una triglia morta. Poco o niente da fare. Anzi, discorsi del genere appaiono smoderni, spregiativi, laddove sono il contrario, non c’è persona più umile di chi intende elevarsi, insoddisfattissimo di sé,non svilente degli altri.
Attualizziamo questa protuberanza verbale. Lo si intenda o no, è sicuro, volgiamo all’uomo esterno. L’uomo esterno è una entità macchinale che ha moltissimo dell’uomo ma non è umano, ossia, almeno fino ad oggi, non è Iocentrico, non ha un Io cosciente, non è Individuo, non ha emozioni, non gioisce, non soffre come I’Io senziente, almeno fino ad oggi, al dunque manca l’autocoscienza dell’IO. Ma può accadere un fenomeno scuotentissimo:L’UOMO SI SBARAZZA DEL PROPRIO IO. Delega conoscenza al soggetto meccanico. Non gusta una poesia dentro sé, la conosce a memorià l’’IO MECCANICO. Fa dipingere il tramonto all’IO MECCANCO, comporre la musica all’IO MECCANICO. Certamente sarà un IO MECCANICO a fare da inserviente, cullare e tutelare anziani e bambini… Al dunque, occorre una riappropriazione interiorizzata della cultura e dell’arte, rifondsre l’individuo, il peso di coscienza senziente qualitativa dell’individuo. NON CONTRO LA MODERNITA’, MA CONTRO LA DISSOLUZIONE DELL’INTERIORITA’ UMANA. Aggiungo, credevo nel proletariato, da giovane, fu un errare erroneo. NON E’ QUALITATIVAMENTE ALTERNATIVO ALLA BORGHESIA. Ritenere che scomparso il lavoro manuale il tempo libero sarà dedicato all’arte ed alla cultura superomizzandosi( Karl Marx) , è svanito. Discorso da riprendere ora con la robotizzazione. ASSOLUTIZZAZIONE DEL “TEMPO LIBERO”. Mi sono volto all’individuo, e concepisco un liberalismo qualitativo culturale-estetico non limitato all’economia privata, che in ogni caso è “un” aspetto dell’individualità. IL VALIORE QUALITATIVO DELL’INDIVIDUO SI ECLISSA. Vige una selezione a capo in giù. Ti si approva se svaluti a livello generico. Ma il pericolo massimo, questo, accennavo,l’uomo si sposta nelle macchine. Smantella se stesso. LE MACCHINE AUTOMATIZZATE INTELLIGENTI SONO PORTENTOSE NEI SISTEMI PRODUTTIVI E AMMINISTRATIVI, SE RIASSORBONO l’INDIVIDUO ALL’INDIVIDIO NON RESTA ALCUNCHE’ IN INTERIORE.E NON DOBBIAMO “SPERARE” IN UNA SOLUZIONE SPONTANEA, SE IL ROBOT INTELLIGENTE RENDE LA GIORNATA FACILE VERRA’USATO PERFINO NELLA VITA AFFETTIVA E CUTURALE-ESTETICA, QUADRI, VERSI MACCHINALI.
Nel territioriio dei sistemi produttivi l’immissione dei Robot Intelligenti modificherà la totalità. Disoccupazione enorme, produzione immane, perdita del lavoro umano, trovare modi per dare salari, remunerazione a chi lavora pochissimo o addirittura non lavora, o lasciarli in pena,fine del rapporto lavoro-salario, i costi di produzione scemeranno abissalmente,la competitivita’ occidentale dovrà gareggiare con paesi ad alta popolazione che la robotica intelligente complicherà avendo disoccupazione inevitabile massiva, NECESSARIO DILATARE I CONSUNI ALL’UMANITA’ CON MINIMI COSTI, CI SAREBBE MERCATO PER TUTTI E DOVREBBERO CESSARE CONFLITTI MERCANTILI, d’altro canto la produzione robotica intelligente sarà, ripeto, enormissima e sganciata dal lavioro, o si diffonde all’umanità o salterà il mondo. Colonizzeremo altri pianeti, coltiveremo i deserti, apriremo l’Artico...Utopizzo ma non troppo. UN’ERA STUPEFACENTE SI SPALANCA: E PERO’ TORNO ALL’IO. SE L’INDIVIDUO, UNICO, INTERIORE, COSCIENTE SENSIBILMENTE ,ESPRESSIVO DI IMPRESSIONI SI SVUOTA DI SE’ PERISCE OGNI FARE UMANO PER L’UOMO. TUTTO A VUOTO SE L’UOMO E’ VUOTO. UN INDIVIDUO ESPRESSIVO DI IMPRESSIONI VALE L’UNIVERSO.LO E’.
Credo che negli Stati Uniti si cominci a robotizzare nella pubblica amministrazione, ma non pare vi sia in vista la sorte di chi verrà tolto dal lavoro. E’ una società che vive nel mutamento ma stavolta l’espropriazione di lavoro diverrà spropositata e con propagazione. E COINVOLGERA’ TUTTI.E per concludere. L’idea inaudita di un uomo non individualizzato , come il Robot, fu concepita da un utopista estremo, Leger Marie DESCHAMPS, un monaco benedettino il quale ideò un uomo totalmente identico all’altro al punto che se moriva nessuno se ne accorgeva e veniva sostituito non apparendo sostituito. Marx, criticissimo dell’egualitarismo, tuttavia in modo meno rustico finisce nello stesso vicolo. Individuo, morte dell’individuo?Ma no, la morte è una caratteristica della specie vivente, noi ne facciamo parte e moriamo COME SPECIE NON COME SINGOLI. Speriamo, lottiamo per conservare il diritto di essere individui. LA CIVILTA’ EUROPEA ANCORA CON PERSISTENTE UMANESIMO QUINDI L’UOMO INTERIORE CREDO POSSA MEGLIO DI ALTRI NON TRAVASARE L’INDIVIDUO IN ALTRO DA SE’. L’INDIVIDUO E’ NELLA PRIGIONE DIAMANTINA DELL’IO SONO IO!
ANTONIO SACCA’