"Notazione da notare" di Antonio Saccà

La Nota di Michele Gelardi, la Nota di Mario Bozzi Sentieri pubblicate su questo Social  di recente esigono attenzione, si tratta di argomenti decisivi, pochissimo analizzati con appropriata valutazione. Gelardi onora uno studioso che merita onore, Gaetano Mosca. Nei testi di Sociologia è situato tra gli Elitisti, Vilfredo Pareto, Michels, per dire. Siamo tra fine del XIX secolo ed inizio del XX, il suffragio si dilata, non si arresta in un gruppo di censo, diventa quasi popolare, insomma: la democrazia, la quale si aggiunge al Liberalismo, che era l’esercizio ella libertà nel terreno pubblico politico per una minoranza. E nasce il tremore, addirittura lo sgomento. Che ne farà il popolo del diritto di voto? Cadranno le società in mani rustiche, plebee? Quasi a rassicurare o a rassicurare sorge la concezione elitista: niente da temere, il potere lo stringerà una minoranza, Elite. Gelardi scinde elitismo da aristocraticismo, in Mosca, quest’ultimo non deriverebbe da scelta democratica, dal popolo. Invece con l’elitismo si coniugherebbero democrazia, il suffragio popolare, e i pochi eletti, appunto, il fatto costituirebbe l’avvento della democrazia liberale. Vero. La descrizione è veritiera. Testuale. Da anni giro su questo congiungimento:democrazia e liberalismo. Gelardi apprezza il congiungimento e non ipotizza complicazioni. Io scrivo e riscrivo che la coniugazione tra democrazia e libertà si sta trasformando nel cannibalismo della democrazia sulla libertà, e nella dequalificazione della libertà. Le maggioranze, fondamento delle democrazie, possono nutrirsi di aspirazioni volgari, pericolose, inoltre, in epoca di comunicazione di massa  per le masse, ciò che non vale ma risulta “mediato” assume un peso che non merita, quindi vi è una alterazione di importanza netta. Inoltre:le masse che eleggono  obbligano le elite a tenerne conto, ad appagarle, “venire incontro”, al dunque: le elite non sono elite, anzi  si obbligano , ripeto, alle masse per ottenere consenso, ciò che  è alla portata dell’uomo qualsiasi diventa lo scopo delle società, guai ad  essere realmente elitista, peggio che peggio: aristocratico. La “forma” non ha corso, né mete ideali imperano, dominano le masse, divertimento e  se mai qualche tozzetto economico. E che gli studi rianimino percorsi umanistici, nessuna ombra alla vista. Severità selettiva? Meno che mai. Allora?Caro Gelardi, ormai sono convinto che dalla democrazia, assolutamente da mantenere, prerò non vi è da attendere elitismo, il quale si deve avvedutamente salvare non per suffragio popolare, non accadrà, ma perché gruppi fedeli allo spirito di qualità, tengono fermo l’asse della civiltà superiore, incuranti del successo, del venire incontro, dell’obbedienza appagativa alle masse. Prima o dopo ne discuteremo direttamente, ovviamente con Tommso Romano e Nino Sala. C’è in bilico l’Occidente.

Quando vi erano convegni, e vi partecipava Augusto Del Noce, a Roma, Del Noce ribadiva costantemente che  i malanni venivano dall’Ateismo e si appellava alla Tradizione. Una sera, Alfredo Cattabiani, piuttosto nervosamente, disse che la Tradizione non era esclusivamente quella cattolica. Da parte mia sostenni che l’esigenza del sacro, della festa, dei riti può anche manifestarsi con religioni politiche, pur dichiarandomi un cattolico culturale. Mario Bozzi Sentieri  percepisce il bisogno di “religio”, unione festiva, sacrale, rituale, estetica. D’accordo. Ma poichè non esistono esclusivamente i credenti ed i santi locali occorre ampliare la sacralizzazione della vita, Astri, Natura vegetale, animale e la nostra specie, riti, sacralizzazioni. Sono convinto che se l’umanità non attinge la sacralizzazione della natura e della vita, in una totalità comprendente, continuiremo questa passione a darci morte come fossimo di specie cannibalica e spartita in bande. Ormai, pur differenziandoci, dobbiamo attingere l’umanità convivente della specie in nome della vita poichè potremmo annientarla. C’è posto per il santo di borgata e la devozione alla misteriosa , incomprensibile presenza della vita, sacra nel suo esistere cosciente di esistere ignorando come mai esiste. Il fenomeno più stupefacente ed ammirabile, da rispettare . L’esistere dell’essere, e la VITA! SACRISSIMA. INDIVIDUALISSIMA SEBBENE NELLA SPECIE.   

 

Pin It

Potrebbero interessarti

Articoli più letti

Questo sito utilizza Cookies necesari per il corretto funzionamento. Continuando la navigazione viene consentito il loro utilizzo.