"1943: la "Reconquista" dell’Europa. Dalla Conferenza di Casablanca allo sbarco in Sicilia" di Alfonso Lo Cascio (Giambra Editori) – di Gaetano Celauro
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- Creato: 27 Giugno 2023
- Scritto da Redazione Culturelite
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L’agile volume di Alfonso Lo Cascio. si apre con due accurate prefazioni di Michelangelo Ingrassia (Docente di Storia contemporanea Università di Palermo) e di Alessandro Bellomo (Presidente di Italia Storica). Occorre sempre ritornare a scrivere sulla seconda guerra mondiale per riflettere su quello che è avvenuto dopo, con la divisione del mondo in due sfere di influenza. Un aspetto in particolare poi suscita l’interesse dell’autore che sottolinea e pone al centro della sua riflessione, una questione da ritenere decisiva per la fine della guerra e per i successivi sviluppi che ne seguirono: la resa incondizionata pretesa dagli Alleati. Risulta essere questo un fattore fondamentale per comprendere come si sono svolti gli eventi dopo lo sbarco del 1943, con gli intrecci nascosti delle trattative che si tentarono per arrivare ad una pace in termini diversi da quelli in cui poi si realizzò.
Alfonso Lo Cascio, giornalista pubblicista, appassionato di Storia, da anni impegnato nell’ambito del volontariato culturale, si occupa di un momento storico fondamentale in un libro denso di avvenimenti. Un volume che si legge come un romanzo storico per il suo stile leggero e accattivante con un equilibrio narrativo e con una sequenza cronologica che riporta fedelmente gli avvenimenti che hanno segnato la storia dell’Isola. La Conferenza di Casablanca fu la sede ove si stabilirono i luoghi e i termini della progressiva avanzata alleata che portò alla “reconquista” dell’Europa partendo dal “ventre molle dell’Asse” iniziando dalla Sicilia con l’“Operazione Husky”, il primo passo degli Alleati sulla Fortezza Europa. Palermo venne liberata il 22 di luglio del 1943 dopo essere stata oggetto di violenti bombardamenti ma già l’11 di giugno era stata colpita Pantelleria.
Sul mitico rapporto tra gli Alleati e la Mafia, l’A. riporta quanto accaduto senza eccedere in interpretazioni fantasiose sul “pactum sceleris”. L’impero Britannico mostrava di essere un gigante dai piedi di argilla, quantunque sempre grande potenza navale ma senza l’apporto delle sue ex colonie non si sarebbe di certo addivenuti ad una conclusione favorevole del conflitto con Churchill, massimo stratega ed artefice di questa vittoria.
L’apertura di un secondo fronte era urgente e necessario per alleggerire la pressione dell’Asse sulla Russia di Stalin. Ma in questa “Reconquista”, intesa come ritorno alla libertà e alla democrazia, un altro elemento è da mettere in luce, la competizione tra Britannici e Americani tra i rispettivi comandanti Montgomery e Patton che occuparono la Sicilia in “solo” 38 giorni ma in trenta giorni si venne anche a liberare la Francia. Si litigava tra gli “alleati” per chi dovesse arrivare prima a Messina e Patton decise invece di dirigersi a liberare Palermo. Lo sbarco in Sicilia pone fine al conflitto dopo tre anni di guerra italiana e fa decadere la legislazione razziale di cui furono vittime gli Ebrei siciliani (circa ottocento) e coloro che li aiutarono.
Furono comminati in Sicilia oltre duemila anni di confino e tra i confinati vi furono due giovani siciliani comunisti che il 5 marzo del 1940, in piazza Indipendenza, allora sede delle principali strutture militari, fecero in pieno giorno volantinaggio contro la guerra nazista.
Lo sbarco pose fine alla persecuzione fascista con oltre duemila anni di confino comminati ai dissidenti del regime. Tra i confinati due giovani comunisti che il 5 maggio 1940 avevano fatto volantinaggio contro l’alleanza con la Germania e l’annunciata partecipazione dell’Italia al conflitto. Ma lo sbarco segna anche l’inizio di una serie di sanguinose ed inutili stragi naziste con sedici civili siciliani trucidati barbaramente a Castiglione di Sicilia nell’agosto del 1943.
Un libro che restituisce la memoria di quegli avvenimenti narrandoli nel suo succedersi con un carattere divulgativo ma sempre nel rispetto delle fonti storiche con nuovi e preziosi aggiornamenti.
Nel settembre del 1939, allo scoppio della guerra, i sondaggi di opinione registravano che la maggioranza degli americani simpatizzava per gli alleati ma allo stesso tempo vi era una generale opposizione a prendere parte attiva alla lotta contro la Germania. Come scriveva George Marshall, allora Capo di Stato Maggiore dell’esercito degli Stati Uniti al Ministro della Guerra, nella sua relazione biennale, primo luglio 1941- trenta giugno 1942, l’ostacolo principale all’intervento degli Stati Uniti nel conflitto consisteva nel fatto che il popolo americano non si era ancora reso conto del grave pericolo incombente; ne prenderà coscienza solo dopo la veloce conquista delle truppe tedesche di gran parte dell’Europa.
È una pagina di Storia trattata con leggerezza, sebbene molto complessa, ampia e difficile Una tematica ampia che può essere vista da diversi punti di vista, ad iniziare dai vincitori come pure da vinti, ma è merito dell’autore tracciare e riportare gli eventi con estremo equilibrio narrativo e con una sequenza cronologica che sovente ha dei ritorni all’indietro che non fanno però perdere il filo del racconto.
Un racconto dei trentotto giorni, tra il 10 luglio e il 15 agosto del 1943, che ha ancora tanti elementi da chiarire e portare alla luce ed è grosso merito dell’autore fare uscire tutto questo dall’enclave delle aule universitarie o dai convegni degli specialisti, rendendolo fruibile al c.d. grande pubblico. Si vuole tentare di pronunciare una parola definitiva di chiarezza su un periodo tra i più articolati e controversi della Storia d’Italia che ha portato strascichi nella vita di oggigiorno e con cui forse non si sono fatti i conti con tentativi di riconciliazione nazionale non del tutto portati a termine.
Palermo venne liberata il 22 di luglio dopo essere stata fortemente bombardata come testimoniano tra l’altro i numerosi rifugi per la popolazione che sorsero in città, costruite tardivamente e con materiale di scarsa qualità. Sono strutture di difesa della popolazione che hanno però ancora oggi, un indubbio valore architettonico oltre che di testimonianza storica militare
Prima ancora di Palermo, un mese prima l’11 di giugno, Pantelleria era stata rasa al suolo specie dalle navi e dai bombardieri americani, in maniera insulsa non costituendo per nulla un presidio militare ma avendo solo l’effetto di distruggere testimonianze di una storia millenaria.
In riferimento poi all’ingresso in guerra dell’Italia, Churchill, ebbe a dire come era da temere per i suoi 150 sommergibili. Si era difatti dimostrato che l’Inghilterra necessitava dell’aiuto navale degli USA per potere sopravvivere in quanto aveva chiesto a Roosevelt cinquanta cacciatorpediniere della Grande guerra per potere cercare di proteggere e difendere le proprie linee di rifornimento. E questo perché pochi sommergibili tedeschi stavano falcidiando le navi che portavano rifornimenti all’Inghilterra. Per questo motivo il nuovo supporto dei sommergibili italiani dava preoccupazione agli inglesi.
Churchill, si rendeva conto, che agli occhi del mondo l’Impero britannico, stava perdendo il suo prestigio e la sua grandezza. Si voleva dare all’Inghilterra il merito della conduzione della guerra del secondo fronte che andava aperto per distogliere le forze che erano impegnate sul fronte russo. Se la Campagna d’africa riesce bene agli anglo americani, e all’ottava armata britannica ciò è dovuto proprio che le truppe dell’Asse, povere di soldati erano impegnati su più fronti.
Da un punto di vista militare, lo sbarco alleato in Sicilia fu un clamoroso insuccesso, perché i Tedeschi che contavano 36.000 unità e 9.000 veicoli, 47 carri armati e migliaia di munizioni, riuscirono a passare lo stretto, sottraendosi allo scontro con gli Anglo americani; ed insieme ad essi anche 62.000 soldati italiani.
Un libro che al contrario della narrazione corrente e più diffusa di nobili famiglie pone problemi, solleva interrogativi diretto a chi crede nella Storia, senza per questo passare dalle aule accademiche.