Aldo La Fata, "Silvano Panunzio. Vita e pensiero" (Ed. Solfanelli) - di Tommaso Romano

Fra gli autentici sapienti del ventesimo secolo un posto privilegiato spetta sicuramente al pensatore Silvano Panunzio (Ferrara, 1918 - Pescara, 2010).

Ha provveduto ad illustrarne l'opera e la vita, con rara capacità critica e storico-documentaria, uno studioso palermitano residente a Roma, Aldo La Fata, discepolo di Panunzio e attuale direttore della bella rivista "Corriere Metapolitico", con un volume riccamente illustrato con rare fotografie, edito dalle benemerite edizioni Solfanelli di Chieti, dal titolo Silvano Panunzio. Vita e pensieri (2020).

Pochi altri avrebbero potuto attendere al necessario compito, data la profondità e vastità degli scritti panunziani, e la frammentarietà delle notizie biografiche, fino ad ora note solo in parte ad un ristrettissimo nucleo di Amici, discepoli, corrispondenti - sia per la signorile riservatezza del personaggio - ben nota a chi scrive queste note e che lo ebbe a conoscere e frequentare fino dal 1974 pubblicando pure suoi aurei studi - sia per la delicata e complessa materia dei suoi studi che devono molto - specie nella formazione - al padre Sergio (1886 - 1944) giornalista, uomo politico e teorico, ed al pensatore metafisico francese René Guénon.

L'architettura virtuosa di Silvano si sviluppò partendo e attualizzando in senso cattolico e tradizionale - non tradizionalista in termini reazionari o fideistici - la Metapolitica, il piano più alto della politica che, argomentava Panunzio, poteva e spesso degradava nella criptopolitica, la più deteriore e sovvertitrice. Proprio alla Metapolitica (la Roma eterna e la nuova Gerusalemme) dedicò due tomi parte delle sue opere, raccogliendo saggi svariati e riunendoli organicamente a farne una trattazione che si distende ed affrontando temi e problemi di genesi della civiltà e del suo compiersi in tutti gli ambiti, compresi quelli meno palesi e deprecabili ai profani.

Lavoro mirabile che fa il paio con l'altra opera nodale Contemplazione e simbolo, che come pochi altri li coniuga, con ricchezza e potenza sorprendenti, attraverso una chiarezza che ne fanno un classico della tradizione perenne.

A questi tomi, vanno aggiunti gli altri di quella filosofia dello Spirito alla quale Panunzio attese per una vita intera, alla luce di un percorso autenticamente cavalleresco (fondo l'ATMA - Alleanza Trascendente Michele Arcangelo e fu Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, sempre peraltro fedele al principio monarchico e alla Casa Savoia) e, contemporaneamente, fu spiritualmente partecipe della spiritualità benedettina, carmelitana e francescana (penetrò la figura e soprattutto la parola profetica del padre Pio di Pietrelcina, oggi santo, con una preziosissima esegesi, edita da Cantagalli) non mancando, inoltre, di mostrare e dimostrare l'essenza di Maria Madre di Dio, quale Corredentrice e di Santa Rita, mistica rosa di Roccaporena, in due saggi brevi ma compiuti che gli pubblicai con Thule.

Sono molti gli altri studi e volumi panunziani (una dozzina), che La Fata indaga con autentico intelletto d'amore, ma con sempre sorvegliata cura, atta a discernere e a valutare con tatto, rigore e con autentico spirito di conoscenza.

Anche i rapporti umani, culturali e religiosi che Panunzio intrattenne nella lunga e feconda sua esistenza sono esposti in convergenza con acribia: da Primo Siena a don Divo Barsotti, da Emilio Servadio a Panikkar e Attilio Mordini, da Mario Pucci ad Adolfo Oxilia e Sturzo, da Capograssi a Eliade, con Zanoni ed Eugenio Zolli.

Collaboratore di riviste prestigiose (“Pagine Libere”, “L'Ultima”, “Carattere”, “Kairòs”, e pure con la nostra “Spiritualità & Letteratura”), fondò e diresse “Metapolitica” per lunghi anni, della quale rivista auspichiamo - per l'eccezionale importanza - una ristampa anastatica o una trasposizione integrale in digitale.

La complessità degli studi e la coerenza che fu al contempo assai originale, espressa nelle Opere e pure in alcune limpide poesie raccolte da Panunzio, che ne fanno un Maestro, un Profilo da Medaglia, di cui ho parlato in un mio libro (2017), per un sodalizio che viene ricordato da La Fata, molto generosamente, e così ne scrive nel suo volume: "Tra i più intimi, lo straordinario studioso-poeta Tommaso Romano con il quale ci fu sempre un'intesa tutta speciale e fraterna".

Riconosco apertamente, come debito indelebile verso Silvano, un magistero vivo, fecondo un rapporto intenso che volli estendere al mio gruppo palermitano di allora (a cominciare da Giulio Palumbo  e Pietro Mirabile, che divennero molto vicini a Panunzio, ma pure Carmelo Maria Cortese, Giovanni Dino, Vincenzo Monforte e Franca Alaimo).

La lettura attenta del saggio realmente esaustivo di Aldo La Fata, gioverà certamente per l'opera di maggiore conoscenza e il libero approfondimento del pensatore ferrarese-romano, per le sue aperture (a volte sorprendentemente ecumeniche grazie anche alla conoscenza del card. Roncalli, patriarca di Venezia, poi papa Giovanni XXIII) e per la considerazione non banalmente sincretistica, di una possibile convergenza metafisica fra Oriente e Occidente, sulla centralità civile di Roma e del suo Diritto e sulla renovatio salvifica del Cristianesimo, per nuovi cieli e nuove terre.

 

 

 

È possibile leggere il "Profilo" scritto da Tommaso Romano su Silvano Panunzio cliccando qui

 

 

 

Pin It

Potrebbero interessarti

Articoli più letti

Questo sito utilizza Cookies necesari per il corretto funzionamento. Continuando la navigazione viene consentito il loro utilizzo.