Franca Alaimo, “Dalla Normandia alla Bretagna – Lettere di un viaggio”, (La Recherche) – di Isabella Michela Affinito

Cronaca di un indimenticabile viaggio Dalla Normandia alla Bretagna durato meno di un mese, raccontato in chiave epistolare dalla poetessa saggista critico letterario docente siciliana, Franca Alaimo, che ha voluto rendere edito il rendiconto del tragitto da lei compiuto nell’anno 2000 in versione elettronica, grazie alla redazione di LaRecherche.it dove lei presta la sua preziosa collaborazione.
Stiamo parlando della regione della mitica Normandia e della fredda penisola della Bretagna, rispettivamente a Nord e a Nord-Ovest della Francia, famose per esservi transitato il pittore impressionista Claude Monet (1840-1926, anzi a Le Havre in Normandia il pittore vi trascorse l’intera adolescenza studiando al collegio comunale) il quale ritrasse sulle sue numerosissime tele architetture e luoghi tipici come la Cattedrale di Rouen, Burrasca a Étretat, Le Piramidi di Port-Coton (Scogli a Belle-Île-en-Mer), vieppiù in Bretagna vi soggiornò più volte il pittore-marinaio simbolista Paul Gauguin (1848-1903).
A Roma, il 2 agosto del 2000, avvenne l’imbarco aereo dell’autrice Alaimo verso le suddette destinazioni e quel giorno all’aeroporto lei rimase attratta dalla bellezza semplice di una ragazzina sconosciuta, poco più che decenne, che, secondo l’Alaimo, avrebbe potuto interpretare benissimo la parte di Maria, la Madre di Gesù, nell’episodio evangelico dell’Annunciazione (tema di un altro e-Book scaricabile di F. Alaimo ugualmente inserito sul sito della redazione di LaRecherche).
Inconsciamente ha rappresentato, in quel momento, la fantastica proiezione della desiderata bambina che la poetessa avrebbe voluto come figlia e quell’incontro platonico ha rappresentato un buon auspicio per tutto ciò che di meraviglioso avrebbe visto di lì a breve.
Infatti, il giorno dopo lei s’è ritrovata di fronte alla policromata (in riferimento alle cinquanta tele di Monet col medesimo soggetto ripreso a tutte le ore del giorno) e smerlata Cattedrale di Rouen.
«[…] Pensando all’età storica in cui questa cattedrale fu edificata, meglio si comprende la qualità religiosa della vita medioevale, il forte misticismo che pervase molte anime e che, trovato, forse, il suo culmine in San Juan de la Cruz, sembra ormai essersi spento, almeno nel rapporto diretto d’amore uomo-Dio. Forse esso si manifesta ancora, ma “laicamente” nell’arte. » (Pagg.4-5).
Il fortunato destinatario (e lo siamo diventati anche noi lettori grazie a questa pubblicazione elettronica) di tante accurate missive è stato Enzo, probabilmente il marito dell’autrice, a cui non ha mai fatto mancare i particolari circa le zone visitate, di cui le bellezze naturali e artistiche come Mont-Saint-Michel (Patrimonio dell’Umanità dal 1979), isolotto dinanzi la costa normanna dove s’erige l’imponente vetusta abbazia benedettina dell’Alto Medioevo, quale santuario in onore dell’apparizione dell’Arcangelo San Michele dopo quello nostro del Monte Gargano in Puglia.
«[…] Ogni luogo dell’abbazia sta sospeso tra terra e cielo, anche il chiostro, una sorta di giardino galleggiante, da cui è possibile scorgere il mare. Perfetta era un tempo la solitudine di questi monaci, allontanati già da vivi da tutte le cose del mondo! Perfetta la vittoria dell’anima, poiché mi hanno raccontato che, una volta morti, i loro corpi venivano calcinati.
Questa solitudine dentro il cielo a te piacerebbe; abbiamo più volte parlato di un nostro progetto da realizzare quando diverremo vecchi: una remota casetta, sperduta nella più sperduta campagna, senza altro attorno che le belle creature della natura. » (Pag.7).
Le descrizioni di Franca Alaimo sono in sostanza le sue emozioni messe in prosa, sgorgate di volta in volta nel visitare i vari posti della Francia più esposta ai venti del Nord e dove a Ovest arrivano le gonfie onde dell’Oceano Atlantico, e sono delicate descrizioni sul vago stile di Virginia Woolf ovvero pervase dal flusso di coscienza ove lo zigzagare della narrazione è il fluire dei ricordi, delle sensazioni, delle considerazioni e quant’altro nella libertà più totale espressi dall’autrice.
Questo stile letterario non fu solo della scrittrice inglese Woolf, ma di Italo Svevo, di Luigi Pirandello, di Marcel Proust, di James Joyce e d’altri ancora della letteratura mondiale.
Sicuramente il flusso di coscienza fa venire in mente l’elemento liquido dell’acqua, il suo stato imprendibile e trasparente che non ha forma, ma che l’assume in base al contenitore che la trattiene e allora «[…] immagina un nastro sinuoso, sciolto lungo i prati. Specchio dove si guardano le foglie, le erbe, i fiori più vicini alla riva. Cattura la luce. Ritaglia il cielo e le nuvole in viaggio. Scivolano canoe colorate. Sono lontana per sentire il rumore dell’acqua sollevata dai remi; ma, così, la scena è più simile a quella di un quadro impressionista, dove si fissano immagini e colori e i suoni vanno immaginati. Il fiume che si muove eternamente e che nello stesso istante da qualche luogo lontano scaturisce e in prossimità del mare muore; il fiume che diventa, si confonde, che si dona! » (Pag.9).
Gotico-impressionismo-acqua-Normandia-Bretagna-Ottocento-ispirazione-spontaneità-luminosità-impermanenza-riverbero-movimento-leggerezza-umido-improvvisazione etc., costituiscono le parole-cardine di questo percorso prima fisico poi mentale (o viceversa) che Franca Alaimo ha svolto con grande trasporto interiore. A volte la prosa ha lasciato il passo alla poesia (anche se non è stata strutturata in versi), comunque niente è andato perduto di quello che l’autrice ha avuto modo d’ammirare.
Il 25 settembre di quell’anno lei era già tornata da circa un mese a casa e il suo animo racchiudeva ancora fresche di rugiada le emozioni aderenti alla trasferta; un continuo ripensare e rivedere in sogno i frammenti di quel viaggio come se continuasse ancora nella sua fucina segreta, soprattutto perché alimentato dalla rielaborazione mentale con tutti i volti incrociati e dalla rilettura delle lettere inviate di volta in volta ad Enzo.
«[…] Agata mi ha detto che i fiori sono très joli. E pensandola, ho avuto voglia di comprarne, sono dunque entrata in un negozio di fiori e ne ho comprati così tanti che, tornata a casa, li ho distribuiti in tutte le stanze, che adesso scoppiano di colori e profumi. Del resto Settembre è ancora dolcissimo. Un caro bacio. » (Pag.23).
Pin It

Potrebbero interessarti

Articoli più letti

Questo sito utilizza Cookies necesari per il corretto funzionamento. Continuando la navigazione viene consentito il loro utilizzo.