Giovanni Taibi, "Cercandosi" (Ed. Pietro Vittorietti) - di Vito Mauro

Cercandosi di Giovanni Taibi, edizioni Pietro Vittorietti, un romanzo costruito in 45 brevi capitoli, molto snelli, oltre il prologo e l’epilogo, tutti centrati su singoli momenti, ad ogni inizio di capitolo incollato come un post-it c’è una citazione di un letterato tutti più o meno noti: da Eraclito a Socrate, da Milan Kundera a Paulo Coelho, da Shakespeare a Dostoevskij, da Victor Hugo a Umberto Eco, da Fabio Volo a Nek, ed altri ancora, aforismi che sono luci e ombre della vita, e da questi si dipana la storia di ogni capitolo.  

La copertina di Cercandosi ricorda il periodo della pandemia quando non ci si poteva toccare e l’unica possibilità era vedersi attraverso un vetro, ma anche quella sensazione, quell’illusione di guardarsi allo specchio e vedere la persona amata.

Il romanzo segue i due protagonisti, dal momento in cui l’adolescenza fiorisce con le sue scoperte, i suoi dubbi, gli entusiasmi e gli sconforti, alla maturità.

Giovanni Taibi è bravo nel costruire, con stile chiaro e controllato un romanzo vivace e un po’ malinconico, con una resa immediata dei suoi personaggi, che alla fine ci sembrerà di conoscerli.

È una storia semplice quella di Anna e Salvo raccontata in questo libro. Semplice, forse come appare ogni fatto della vita quando viene restituito dal tempo, dopo che il tempo, appunto, ha risolto ogni cosa.

Una storia che riguarda tematiche che si rispecchiano sempre, perché può cambiare la società, si può essere bombardati da video e da messaggi, ma i sentimenti sono sempre gli stessi e per questo che risulta credibile nella quotidiana difficoltà di un rapporto che ha la necessità di comprendersi e confrontarsi, in un conflitto fra due persone che non rinunciano a inseguirsi, scoprendo la naturale necessità del dialogo.

È attraverso l’esperienza di una crisi che si rivelano i nostri limiti e si scopre qualcosa di assolutamente utile per la propria esistenza, perché solo quando ci si accorge di ciò che realmente si ha, è possibile fare un investimento sulla propria persona.

Con una scrittura limpida l’Autore nel raccontare la vita del suo protagonista, del suo amore tormentato, in lotta tra presente e passato, che si alterna in momenti di speranza con altri di delusione, senza riuscire a darsi una spiegazione, con la consapevolezza del dolore di quando si ama qualcuno e poi sembra che finisce, invece si accantona e come un’eco torna da lontano. Il tutto fa appassionare alla lettura, perche trattato con onesta, senza mai cadere nell’autocommiserazione. 

In un viaggio a ritroso per cercare di rileggere quella che fu la loro esperienza, i pensieri non detti, le parole dimenticate, attraverso i loro ricordi intrecciati, perché, tutto quello che siamo e che realizziamo nel presente è fruito di qualcosa accaduto prima, è l’effetto ritardato di eventi del passato.

In alcuni inserti narrativi si ha l’evidenza che l’Autore abbia usato il cuore per scrivere questo romanzo e in alcune pagine dedicate alle strade, alle piazze, ai ricordi, si sente fortissimo il legame con il proprio paese.

Un romanzo speranzoso che parla d’amore in tutte le sue forme che rivelano l’animo umano, dove il piacere della lettura è assicurato perché è reale e induce ad attente riflessioni.

Taibi tratta in modo penetrante un sentimento universale, l’amore anche quando lascia ferite e ci invita a non perderle mai di vista, perché di tanto in tanto sanguinano, e ci dicono di non dire mai che tutto è finito, perché nella brace sotto la cenere, il fuoco vive ancora come una forza propulsiva.

La lettura del romanzo si presta a molte considerazioni interessanti, che le stagioni dell’animo non si ripetono mai uguali; che si può essere separati ma intimamente uniti; che l’amore vero si percepisce nella mancanza; che l’amore è un percorso di crescita, più che passione; che c’è una profonda nostalgia nel ripensare al passato, all’importanza dei ricordi, ma si può ricordare con malinconica sapienza; che il tempo sembra spezzare i legami ma alcuni sentimenti riescono a rimanere per sempre; che l’amore perfetto magari è quello incompiuto; che l’amore è un insieme di interrogativi, ma non bisogna viverlo come un problema; insomma con estrema lucidità ci fa capire che l’amore è il sentimento che attraversa tutte le età e determina emozioni, sensazioni che ci accompagnano per tutta la vita, ci lasciano sempre qualche traccia. Aiuta a fare capire che vivere significa fare esperienza e possiamo imparare ad amare l’attimo, i momenti di felicità. Perché passano.

L’Autore con un romanzo che parla a tutte le generazioni ha deciso di raccontarci questa storia, solo ed esclusivamente per farci credere sempre di più nell’amore, il messaggio è chiaro: la vita è una e va vissuta nel migliore dei modi, nel modo che ci rende più felici, e Salvo e Anna i protagonisti del romanzo, rappresentano la speranza di chi sogna.

Per concludere voglio citare una fra di Hermann Hesse che a mio parere può ben sintetizzare il romanzo: “Ogni amore ha una sua tragicità, ma questo non è sufficiente per non amare più”.

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