Intervento di Alberto Samonà, Assessore dei beni culturali e dell'identità siciliana, per il cinquantesimo anniversario delle Edizioni Thule

Sono molto dispiaciuto di non poter essere presente, causa impegni istituzionali inderogabili, alla cerimonia per il cinquantenario delle Edizioni e della Fondazione Thule Cultura di cui il Professore Tommaso Romano, presidente dell’Accademia di Sicilia, personalità non schierata con i poteri e le egemonie dominanti, artigiano della cultura, poeta e pensatore libero, è da considerare il Deus Ex Machina. Un editore illuminato che consiglia a tutti di coltivare se stessi, grattare via la superficie e lasciar emergere la profondità, e ai giovani, in particolare, di non sprecare gli anni più belli immersi in bolle di “distrazione”, ma di andare spediti incontro a curiosità, interessi e passioni forti. Proprio come lui, d’altronde, che può essergli da esempio avendo fondato, appena sedicenne, la casa editrice palermitana. Oggi, questo nostro sapiente concittadino, che non si fa scalfire dal disincanto dei tempi, continua a credere e a scommettere sull’individuo che deve rifondare una cultura dell’appartenenza basata sul rafforzamento di radici già attecchite o sul radicamento di quelle, ancora, da attecchire. Tommaso Romano, che io considero il Genius Loci de la Casa Museo Thule, sede operativa della Fondazione e della Casa Editrice, sita nel cuore della nostra Palermo, ha ricevuto tantissimi riconoscimenti e medaglie che hanno premiato la sua libertà di cultura, nel nostro mondo sempre più stereotipata, e quella di pensiero, sempre più tristemente unico. 

La scelta di chiamare le Edizioni e la Fondazione “Thule” mi riporta a un mito, quello secondo cui, nel corso della tarda antichità e nel medioevo, il ricordo della lontana Thule generò quello dell’Ultima Thule, termine già utilizzato dai Romani per definire le terre “aldilà del mondo conosciuto”. Ma, al centro del mito thuleano, c’è una terra abitata da una razza umana sotto certi aspetti “superiore”, identificata sovente con il popolo degli Iperborei, organizzata in una società pressoché perfetta. Da qui, dunque, il “mirare all’ultima Thule” non sarebbe altro che “ambire a un ideale superiore”, quello che Tommaso Romano ricerca costantemente e che noi abbiamo trovato in lui, docente, filosofo, poeta, pittore, storico, critico d’arte, recensore, politico, editore, scrittore multiforme e arguto, animatore culturale, voce fuori dal coro dalla spiazzante e fulminante ironia.

Quest’anno non sono potuto essere presente, ma ci tengo molto a ricevere, come i fortunati che parteciperanno alla cerimonia, “L’Oro di Thule 1971-2021: Dalle Edizioni Thule alla Fondazione Thule Cultura”, per fare assieme a tutti voi, anche se da luoghi diversi, questo arricchente cammino di conoscenza. Dal prossimo anno, e fino al compimento del centenario, desidero, però, festeggiarvi in presenza, non come dovere istituzionale, ma come puro piacere, per nutrirmi della bellezza che eventi come questo sono in grado di donare.

 

 

 

 

 

 

 

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