“Restauri in mostra: Archeologia Arte Architettura - a Bari dal 31 maggio al 30 settembre” di Giuseppe Massari
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- Category: Arte e spettacolo
- Creato: 01 Giugno 2018
- Scritto da Redazione Culturelite
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Dal 31 maggio scorso e fino al 30 settembre prossimo, fare un viaggetto in Puglia, nell’arco della prossima ed imminente estate, tra sole, mare, bellezze naturali, paesaggistiche, fermarsi a Bari, non sarà una scelta sbagliata. Anzi, potrà e dovrà diventare una tappa obbligata per fare un tuffo nel mare della cultura regionale. Sia sotto l’aspetto meramente artistico pittorico che archeologico. Infatti, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, nella nuova sede del complesso monumentale di Santa Chiara, nella Città vecchia, in seguito alla recente riforma del Mibact accorpa in sé le competenze di tutela del patrimonio archeologico artistico, architettonico e paesaggistico. In tale ottica ha inteso offrire al pubblico un saggio in qualche modo rappresentativo delle nuove prospettive di tutela, con l’esposizione di alcune opere d’arte sottoposte ad attività di restauro eseguite nei laboratori della Soprintendenza o a laboratori esterni specializzati. Il restauro, sempre più scienza moderna alla ricerca di un equilibrio tra trasformazione e conservazione, è al tempo stesso strumento di conoscenza e di conservazione e l’esperienza maturata nei Laboratori della Soprintendenza, impegnati su diverse categorie di beni che la mostra illustra, discende da una lunga tradizione, in cui si coniugano manualità e competenze specialistiche multidisciplinari. La mostra, che idealmente si ricollega ad una edizione precedente tenutasi nel 1981 presso il Castello Svevo di Bari, intende dare conto, attraverso un percorso per grandi aree tematiche, dell’attività di restauro con la selezione di manufatti e opere d’arte di ampio arco cronologico e matericamente difformi, rilevanti da un punto di vista archeologico e storico-artistico, interessati da un intervento di restauro o oggetto di attività di ordinaria manutenzione; lavori eseguiti attraverso il confronto e lo studio tra professionalità differenti, nel comune obiettivo di svolgere operazioni mai automatiche o ripetitive, ma sempre differenti in ragione della diversità della materia, dello stato di conservazione dell’opera, dei motivi di culto. L’obiettivo che ci si è prefissi è stato anche quello, attraverso le varie sezioni rappresentate, di riportare una visione univoca dell’attività multiforme e delle differenti professionalità che convivono all’interno della Soprintendenza. La sezione archeologica intende privilegiare una serie di contesti di cronologia varia, provenienti da ricerche e interventi di tutela della Soprintendenza nel barese, con reperti di particolare interesse e pregio che possono attestare la stratificazione plurisecolare di civiltà, a partire dalla Preistoria fino all’età medievale, che caratterizza il territorio regionale. Dal sito di Botromagno di Gravina in Puglia, provengono i due vasi, parte di un ricchissimo corredo funerario, scoperto nel 1975, durante una campagna di scavi promossa dalla Soprintendenza archeologica della Puglia. In uno dei due è raffigurata la scena teatrale di Elettra che piange sulla tomba di Agamennone suo padre, assassinato dalla madre Clitemnestra, mentre le si avvicina un passeggero, che si rivelerà essere suo fratello Oreste. Di recentissimo rinvenimento da scavi preventivi nella Città vecchia, nei pressi della Basilica di S. Nicola un pregiato bicchiere in vetro da un ambiente di età romana. I reperti selezionati documentano soprattutto tecniche e operazioni di restauro e conservazione diversificate su materiali altrettanto diversi come ceramica, metalli, vetri. La sezione storico-artistica presenta dipinti su tela, manufatti lignei e lapidei, dipinti su tavola, manufatti tessili e preziosi in argento, tra i quali una minuscola e preziosa stauroteca di manifattura bizantina, esposta nel Museo Diocesano di Monopoli ed uno splendido altarolo in avorio ed ebano già restaurato a cura del Laboratorio di Restauro dell’ISCR, custodito nel Museo Diocesano di Trani. “San Sebastiano legato alla colonna”, olio su tela 200x131 cm di Ludovico Carracci (Bologna,1555-Bologna,1619), donato da Nicola Tarantino alla Fondazione Santomasi di Gravina, Roma, 1953; una “Resurrezione” del pittore lucano Antonio Stabile, nato a Potenza, presumibilmente intorno al 1540, di proprietà del Capitolo Cattedrale di Gravina, sono due delle opere, concesse in prestito, e che saranno esposte, all’interno di questo spazio espositivo. Sono esposti inoltre manufatti lignei in corso di restauro e opere per le quali siano stati eseguiti interventi esclusivamente conservativi o manutentivi. Particolarmente interessante il calco in gesso della porta bronzea della Cattedrale di Trani, eseguito nel 1999, sulla base del quale è stato realizzato la copia in bronzo della porta ricollocata a Trani. Un video illustra infine una selezione dei numerosi restauri architettonici, eseguiti direttamente sia nelle attività di progettazione che di direzione lavori dalla Soprintendenza con finanziamenti MiBACT o di altri Enti (Comuni e Regione Puglia). I restauri danno conto della vastità e diversità del patrimonio architettonico del territorio e documentano l’evoluzione delle metodologie nelle diverse tipologie di intervento, dalla manutenzione al consolidamento e ad impegnativi restauri e valorizzazioni museali di grandi complessi.