"Teatro Massimo di Palermo: una stagione che attraversa l’anima" di Antonella Lupo


Dalla splendida Villa Igiea, è un sogno che ha scelto di restare sveglio , oggi tra le arcate liberty e il profumo degli agrumi, nella sala Basile, la fondazione Teatro Massimo di Palermo ha presentato la stagione 2025/26 con un titolo evocativo e potente: Anime in bilico, oltre i confini.
Un invito a lasciarsi attraversare dalle tensioni dell’esistenza, dove il teatro diventa soglia, specchio, spazio di ascolto profondo.
Apre la conferenza Il Sovrintendente Marco Betta ha raccontato il teatro come una presenza costante nel tessuto civile e sociale della città.
Portiamo cultura nei quartieri, dialoghiamo con la comunità, raccontiamo la Sicilia al mondo. Le figure in scena sono sospese tra fragilità e potere, domande e desideri.
Poi e’ la volta del Direttore Artistico ,Alvise Casellati che ha sottolineato il ruolo del teatro come luogo di interrogazione e immaginazione.
Nessun eroe classico, ma anime contraddittorie e umane.
È l'inquietudine a prenderci per mano, e le risposte arriveranno forse… ma solo dopo molte domande.
Inoltre, il Direttore Esecutivo Ettore Artioli ha parlato della stagione come una sfida gestionale e sociale.
Ogni spettacolo è anche un atto di cittadinanza culturale.
Con rigore, sostenibilità e inclusione, vogliamo dare valore al lavoro dietro le quinte e alle storie sul palco.
Un intervento dell’ass. Comunale alla cultura Giampiero Cannella che ha asserito con un messaggio chiaro che il Teatro Massimo è il centro propulsore della cultura palermitana , uno dei maggiori attori turistici non solo sotto il profilo monumentale .
Infine, il Sindaco di Palermo e Presidente della Fondazione, Roberto Lagalla, ha invitato a guardare al Teatro Massimo come a uno spazio vivo, inclusivo e aperto alla città’.
Parliamo ai giovani, entriamo nelle scuole, negli ospedali, nei quartieri.
È il cuore pulsante di una Palermo che sogna, pensa e si trasforma.
Sì, durante la conferenza stampa di Villa Igiea ha preso la parola anche Jean-Sébastien Colau, direttore del Corpo di ballo del Teatro Massimo, portando un contributo appassionato e visionario alla presentazione della stagione 2025/2026.
Colau ha sottolineato come la danza, in questa nuova stagione, sia chiamata a esplorare le soglie dell’identità e del mito, in perfetta sintonia con il tema
“Anime in bilico, oltre i confini”.
Ha presentato le quattro nuove coreografie che verranno messe in scena: “finalmente ha esordito Il lago dei cigni, Don Quichotte, Caravaggio e La bella addormentata, tutte reinterpretate con uno sguardo contemporaneo e ambientazioni evocative, come la Sicilia del Gattopardo per Il lago dei cigni, La danza è il linguaggio dell’invisibile,” ha dichiarato Colau.
Con il nostro Corpo di ballo, vogliamo raccontare storie che non si dicono con le parole, ma che si sentono nella pelle.
Ogni gesto sarà una soglia, ogni passo un confine da attraversare.
Ha anche annunciato la partecipazione di etoiles ospiti come Andrea Sarri e Maia Makhateli, e il coinvolgimento dei tersicorei della Fondazione nella creazione di nuove coreografie per Olimpo – Serata di Danza, un omaggio ai miti e alle figure femminili sospese tra forza e fragilità .
Le parole di chiusura del Sovrintendente Marco Betta alla conferenza stampa di Villa Igiea sono state un momento di profonda gratitudine e visione condivisa.
Con tono emozionato e sincero, Betta ha voluto ringraziare tutti coloro che rendono possibile il sogno del Teatro Massimo:
“Ringrazio tutti i lavoratori, gli artisti e lo staff per la loro professionalità e dedizione; il presidente della Fondazione, sindaco professor Roberto Lagalla.
Grazie al Ministero della Cultura, al Comune di Palermo e alla Regione Siciliana per l’impegno costante a favore dell’arte. Un ringraziamento speciale al Consiglio di Indirizzo e al Collegio dei Revisori per il loro lavoro prezioso.
E soprattutto, grazie al pubblico: con il suo amore e la sua passione rende vivo il sogno del teatro.”
Con queste parole, Betta ha ribadito il ruolo del Teatro Massimo come luogo di bellezza, dialogo e trasformazione capace di unire istituzioni, artisti e cittadini in un progetto culturale condiviso.
Anime in bilico non è solo una stagione teatrale, ma una visione: di arte come pensiero, di teatro come comunità. Pronti a mettervi in ascolto?

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