Antonino Schiera, “Berenice" (Ed. Thule) - di Fulvia Reyes

Ho letto con piacere e tranquillità il racconto Berenice di Antonino Schiera, una storia scritta con dovizia di particolari interessanti. La prefazione della professoressa Maria Patrizia Allotta è perfetta, scritta da persona colta e brava con espressioni e parole particolarmente ricercate.
L'evoluzione dell'autore all'interno del racconto, sembra fare riferimento a un percorso di vita già fatto dallo stesso.
I luoghi descritti, le città visitate, le passeggiate lungo  i viali guardando in estasi il mare, i voli da un paese a un altro con termini e nomi esatti,  fanno pensare a una conoscenza diretta dei luoghi caratterizzata da dizione linguistica perfetta. Tutto è descritto con sicurezza di ciò che è avvenuto. Sembra che sia un'autobiografia tratta da un diario veritiero.
Berenice ne è ufficialmente la protagonista, giovane attraente, bella decide della sua vita, crede nel grande amore, riesce a sposare un attraente uomo. Diviene donna, madre responsabile di un bimbo che purtroppo, crescerà con un padre fantasma che ogni tanto intravede. I viaggi e gli stati d'animo dei protagonisti sono descritti in maniera chiara e palpitante. Tutta la storia di questa forte Berenice si legge con interesse, con il desiderio di sapere come continua il sogno  di famiglia che è in lei. Ha vicino colui di cui si era innamorata ed a cui aveva affidato fiducia, ma si trova accanto un personaggio assente che non partecipa alla vita familiare, che non aspetta altro che realizzare una vendetta in nome di una madre che ha perduto. Con sofferenze immani, senza accorgersi che ha a fianco una moglie e un figlio da collaborare. Dolore, egoismo, personalità irrisolta tutto è in lui, uno squilibrio psicologico che lo rende amorfo e senza cuore. Una scusa reale per essere libero e padrone di sé.

Finalmente Berenice che ha vissuto nella speranza di una vita regolare, si rende conto dell'anomalia di un rapporto mai esistito né a livello spirituale né a livello pratico. È certo che la persecuzione agli ebrei, ha tracciato e segnato, anche mentalmente, chi ha vissuto il periodo orrendo del nazismo, si legge chiaramente che quest'uomo sposo e padre è stato profondamente sconvolto dalla storia vissuta, tanto che pur trovandosi alle volte solo con la sua donna non le dice dove e con chi si dovrà incontrare, qua siamo nel patologico. Il percorso della storia diventa normale quando Berenice, cresciuta come donna, ritrova una giusta dimensione, si affida a un compagno di lavoro che le dà sicurezza e comprende che ha dato tanto tempo e amore senza ricevere calore. Ha ormai un figlio adulto che la comprende e capisce di avere incontrato un uomo che nella vita normale le dà amore. Compagnia e sicurezza che portano Berenice a non avere ha più la necessità di correre al lavoro, badare a tutto quello che concerne il vissuto giornaliero, può finalmente dedicarsi a nuove passeggiate e vivere senza continui scossoni e attese impossibili.
 

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