WU MING VA ALLA GUERRA

Quanto è noioso il gruppo Wu Ming, che ancora dopo decenni, tetragono, sta arroccato nella sua

guerra privata, ancora ammantata di rosse bandiere della rivoluzione, sugli spalti contro tutto un

apparato di letteratura (e più in generale di cultura) di destra, etichettato come “reazionario e

fascista”, che spazia da J. R. R. Tolkien a qualsiasi altro soggetto o autore; con l’intento, a volte

francamente risibile, dopo averli denigrati, di “recuperarli in area democratica”.

Ancora una volta a farne le spese sono la traduttrice (la prima italiana) de Il Signore degli Anelli, Vittoria Alliata di Villafranca, il “temibile” Gianfranco de Turris (vero e proprio dark lord delle oscure trame reazionarie che stanno dietro al golpistico Tolkien) e l’ancor più insinuante Franco Cardini, che in quanto medievista di chiara e indubbia fama, non può non essere annoverato tra coloro che mirano a una restaurazione imperiale di armate postpreraffaellite, brandenti spadoni e croci celtiche.

A questi punti è impossibile evitare l’ironia, me lo concedano gli amici rivoluzionari di Wu Ming, il

cui nome di battaglia collettiva, a me personalmente invece ricorda l’altrettanto dispotico Ming di

Mongo, imperatore di quell’altra saga (questa volta a fumetti) “reazionaria” che fu il Flash Gordon

di Alex Raymond.

L’assurda situazione dello scontro “sinistra vs destra” relativo alla letteratura fantastica in questo

Paese, è un unicum ridicolo che riguarda soltanto l’Italia, infatti nei paesi anglosassoni siamo –

anche per questo - oggetto di scherno e di incomprensione. Chi scrive tra l’altro, lo dico per i più

giovani che magari sono approdati da poco in questo campo, prima di Tolkien (e sinceramente

preferendoli a lui come autore, concedetemelo in quanto “de gustibis est sputazzantibus”), è cresciuto formandosi su altri autori dl genere come Lord Dunsany, William Morris, Poul Anderson, Robert E. Howard, C. H. Smith, Fritz Leiber, e persino (forse dovrei dire soprattutto) l’anarcoide Michael Moorcock; quindi come è facile vedere, ben altre sono le mie preferenze. Ma questa “guerra infinita” stanca anche uno di larghe, tolleranti e “liberali” vedute come me, perché sa di stantio, ammuffito, malmostoso e soprattutto autoreferenziale. Insomma, dal momento che nessuno ti considera, nulla di meglio di reinventarsi sempre la stessa obsoleta polemica che ammorba l’ambiente da quasi mezzo secolo e ottenere così un po’ di visibilità gratuita sui media.

E come dice l’antico adagio “se non puoi batterli, fatteli amici”, ecco allora che le rosse armate della

libertà, dopo aver marciato compatte per decenni contro il pericolo del “fascismo” tolkieniano, adesso riscoprono l’autore di Oxford (lo avevano già fatto gli Hippy di Berkley, ma in Italia si arriva

sempre dopo) e lo “rieducano” popolarmente, riadattandolo alla visione libertaria di sinistra.

Insomma, benvenuto “compagno Tolkien”, hasta la victoria siempre!

E speriamo, mi auguro, non scoprano mai The Worm Ouroboros di Eric R. Eddison, altrimenti lì sì,

sai che “fascista”!

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