“Catania batte Palermo 7 a 1” di Ciro Lomonte

Nell’animo di un palermitano partecipare alla maestosa festa di S. Agata, a Catania, provoca allo stesso tempo una gioia straripante e una nostalgia struggente.

Il rimpianto riguarda il confronto impietoso con il Festino di S. Rosalia, trasformato negli ultimi quarant’anni in una fiera paesana delle banalità pseudo contro egemoniche. Sarebbe il caso, come minimo per spirito di emulazione, di studiare cosa fosse il vero Festino fino alla prima metà dell’Ottocento e proporne la riedizione.

L’euforia nasce invece dall’ammirazione per una manifestazione popolare così attentamente preparata nei dettagli e così corale, con una città intera coinvolta e partecipe. Forse i palermitani vivono una fede più riflessiva (meno legata alle emozioni del momento) e stabile lungo il corso dell’anno. Forse. Resta il fatto che il fervore dimostrato dalla maggioranza degli abitanti della antica Katane non lascia nessuno indifferente. Tant’è che i turisti che hanno vissuto una volta la festa di S. Agata ritornano a viverla negli anni successivi.

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